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UN CONTADINO CONTRO HITLER
 
 

Nell'anno 1999 Giovanni Paolo II decise, in preparazione del Giubileo dell'anno 2000, di istituire una commissione "Nuovi Martiri", che avrebbe dovuto indagare sui martiri cristiani del Ventesimo secolo.

La commissione ha lavorato due anni nei locali della Basilica di San Bartolomeo all'Isola a Roma, raccogliendo circa 12.000 dossier di martiri e testimoni della fede giunti da diocesi d tutto il mondo.

Passato il Giubileo, Giovanni Paolo II volle che questa memoria dei testimoni della fede del Novecento potesse divenire qualcosa di visibile nella Basilica di San Bartolomeo all'Isola. Nell'ottobre del 2002, con una solenne celebrazione ecumenica alla presenza dei cardinali Ruini, Kasper e George, e del patriarca romeno ortodosso Teoctist, è stata posta sull'altare maggiore una grande icona dedicata ai martiri del Novecento.

L'icona rappresenta, con una simbologia presa dall'Apocalisse, le vicende dei martirii di cui si è venuti a conoscenza attraverso i lavori della commissione. Altre memorie di martiri sono collocate nelle cappelline laterali, ognuna dedicata ad una situazione storica particolare.

Tra i Nuovi martiri del Nazismo figura

Franz Jagerstatter

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Franz Jägerstätter nasce il 20 maggio 1907 in un paesino St.Radegung, nell’Alta Austria a pochi chilometri dal confine con la Baviera.

Può essere definito come un “resistente” al nazismo, un semplice contadino che rappresenta uno dei pochissimi testimoni che in terra tedesca, abbia osato opporsi al regime hitleriano. La sua è una storia non “etichettabile”, vissuta in totale solitudine, del tutto staccata da qualsiasi movimento di opposizione interna al nazismo. Rifiutò ogni collaborazione con il nazionalsocialismo dopo l’annessione del suo Paese alla Germania (1938).

Chiamato alle armi nel 1943, in pieno conflitto mondiale, dichiarò che come cristiano non poteva servire l’ideologia hitleriana e combattere una guerra ingiusta.

Franz viene ghigliottinato a Brandeburgo (Berlino, nello stesso carcere si trovava anche Bonhoffer) il 9 agosto 1943.

 

La scelta e la vita di Franz, sono riferibili ad una radicalità evangelica che non ammette repliche, anzi provoca ed interroga. Non è senza significato che il suo parroco Josef Karobath, dopo la discussione decisiva nel 1943, pochi giorni prima della chiamata all’arruolamento, abbia scritto:”Mi ha lasciato ammutolito, perché aveva le argomentazioni migliori. Lo volevamo far desistere ma ci ha sempre sconfitti citando le Scritture”. In Franz c’è una serenità, anche se mediata e sofferta, di adesione al pieno significato del messaggio evangelico: in lui la coerenza diventa fattore distintivo, non per preconcetti ideologici o per un astratto pacifismo, ma perché si lascia condurre dalla concreta e vissuta adesione ai valori, ai significati, alle esigenze di ciò in cui crede.

 

Nella vicenda umana e religiosa di F.Jägerstätter emerge con forza il primato della coscienza, vero faro per il comportamento di un semplice laico cristiano. Senza eccedere a posizioni eterodosse, Franz si pone in fermo ascolto di ciò che “gli sembra giusto”. Lo fa con enorme sofferenza, perché deve andare contro ciò che ha di più caro, la famiglia (la moglie e le tre figlie in tenera età) contro i pastori della Chiesa (ma non tutti), contro i suoi concittadini, di cui “sente” la disapprovazione, lui a cui era stato chiesto di diventare sindaco.

 

Il suo ascolto non è improvvisato, Franz studia la Bibbia, legge i documenti della Chiesa, si confronta con persone di cui ha fiducia, prega molto, medita, digiuna. Si sottopone ad un percorso di formazione della coscienza, pur nelle condizioni proibitive di quegli anni.

In una raccomandazione al figlioccio emerge l’importanza della lettura nella formazione religiosa e spirituale:

 

“Un giovane deve leggere solo buoni libri e buoni scritti, in primo luogo perché l’uomo non necessita solo di nutrimento corporale ma anche spirituale. Non sempre abbiamo occasione di ascoltare delle prediche buone e belle, dal momento che non tutti i sacerdoti posseggono il talento di saper predicare bene.

Si sente dire spesso che il leggere fa diventare l’uomo ancora più stupido di quanto non sia. Può anche essere, perché ci sono giovani che leggono molti libri ma principalmente romanzi d’amore o romanzi gialli, che sono belli ed emozionanti da leggere, ma per la formazione religiosa e spirituale non hanno alcun valore. I cattivi libri possono spesso creare più danni che giovamento. Perciò i giovani devono chiedere prima di tutto a sacerdoti o a buoni educatori che cosa devono leggere. Anche se non tutti hanno lo stesso entusiasmo per la lettura, possono leggere poco per volta, sfruttando ad esempio le lunghe sere d’inverno, poiché un uomo che non legge niente non si potrà reggere in piedi e sarà solo una marionetta nelle mani degli altri”.

 

 

 

La testimonianza di Franz si fonda su un altissimo senso della dignità della persona, sul valore della coscienza, sull’importanza della responsabilità individuale anche di fronte alle scelte collettive.

Essa ricorda inoltre il sacrificio di coloro che hanno lottato contro le barbarie dei regimi totalitari.

 

 

Per saperne di più:

 La maggior parte dei testi sono in tedesco gli unici disponibili in italiano sono:

 

- Cristo o Hitler. Vita del beato Franz Jägerstätter di Cesare Zucconi

 

-Zahn Gordon, Il testimone solitario. Vita e morte di Franz Jägerstätter Gribaudi, Torino 1968 (traduzione di Dino T. Donadoni).

 

-Erna Putz, Franz Jägerstätter. Un contadino contro Hitler Editrice Berti.

 

 - Il film: "Franz Jaegerstaetter, un contadino contro Hitler"

Nella fotografia il testo del manoscritto tratto dalle annotazioni stese in carcere nel periodo successivo alla condanna (6.7.1943) e custodito nella Basilica