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Bernadette disait
 
 

Bernadette non ha lasciato quasi nulla di scritto, ma gli archivi del convento di Saint-Gildard a Nevers conservano gli atti del processo canonico e le testimonianze raccolte in quell’occasione tra le consorelle e tra quanti ebbero contatti con lei, soprattutto negli anni trascorsi al convento, tra il 1866 e il 1879.

Sono ricordi, aneddoti, episodi, risposte impresse nella memoria degli interlocutori. Da questo eterogeneo materiale il convento di Saint-Gildard, grazie anche al lavoro di ricerca del teologo René Laurentin, ha ricavato un libretto, edito in Francia nel 1978 col titolo Bernadette disait… e tradotto di recente in italiano.

Ecco una piccola antologia, da cui emerge la personalità di Bernadette e il suo modo semplice e umanissimo di vivere la fede cristiana. Le testimonianze sono riportate nell’ordine cronologico in cui il libro le propone, accennando in alcuni casi al contesto dell’episodio descritto, per meglio facilitarne la comprensione.

 

24 febbraio: «Come ti ha parlato? In francese o in dialetto?», chiedono a Bernadette. «Oh! questa è bella, volete che mi parli in francese? Credete che lo sappia io?». Nel corso della nona apparizione si sente Bernadette che ripete:  “Penitenza … Penitenza …  Penitenza …».   Alla fine c’è questo dialogo tra la veggente  e qualche suo interlocutore:   

Ma cosa ti ha detto?» «Va’ a bere alla fontana e a lavarti», replica Bernadette. “E l’erba che hai mangiato?». «Anche questo mi ha domandato...».  «Che cosa ti ha detto?» «Mangerai quell’erba che è là». «Ma sono gli animali che mangiano l’erba!» «E perché tutta questa agitazione oggi? Ieri Aquero mi aveva detto di baciare la terra come penitenza per i peccatori». «Ma lo sai che ti credono pazza a fare di queste cose?». E Lei conclude: «Per i peccatori».

 

25 marzo. Bernadette si sveglia prestissimo e si veste: «Devo andare alla grotta. Sbrigatevi se volete accompagnarmi». «Ma ragiona, ti farebbe male…». «Ormai sono guarita». «Aspetta almeno che venga il sole!». «No, devo andarci, e subito».

Ed ecco Bernadette alla grotta davanti all’apparizione: «Signorina, vorreste aver la bontà di dirmi chi siete, per favore?». Poi, si allontana dalla grotta e ride: «Sai qualche cosa?», gli dicono.  E lei, nella sua semplicità:«Non dirlo a nessuno, ma mi ha detto: “Sono l’Immacolata Concezione”».

Esame medico da parte di tre dottori: «Avete mal di testa alle volte?» «No» «Avete mai avuto crisi nervose?». «Mai». «La vostra salute sembra però precaria». «Mangio, bevo e dormo benissimo».  Durante l’esame medico, a proposito della Vergine: «Ma sì, la vedo come vedo voi. Si muove, mi parla, tende le braccia». «Non hai paura quando vedi tanta gente attorno a te?». «Non vedo niente attorno a me».

 

Maggio. Nuovo rischio di prigione per Bernadette: «Non ho paura di nulla, perché ho sempre detto la verità».     

 

4 Giugno L’indomani della prima comunione di Bernadette, Emmanuélite Estrade le chiede: «Che cosa ti ha reso più felice: la prima comunione o le apparizioni?»  «Sono due cose che vanno assieme, ma che non possono essere paragonate. Sono stata molto felice di tutte e due».

 

16 Luglio. Ultima apparizione. Al cadere della sera, Bernadette si sente spinta verso la grotta: «Che cosa ti ha detto?», le chiedono. «Niente».  

      

28 Agosto. All’abate Fonteneau: «Non vi obbligo a credermi, ma non posso che rispondervi dicendo quello che ho visto udito». «Allora, Bernadette, poiché la Vergine Santa ti ha promesso il cielo, tu non ti devi più occupare dell’anima tua?». «Oh, padre, non andrò in cielo che comportandomi come si deve».

 

Anno 1866

Alla vigilia della partenza per Nevers, Justine, la figlia della sua balia, Marie Lagües, viene a trovare Bernadette: «Non ti dispiace partire?». «Quel poco tempo che siamo al mondo, bisogna impiegarlo bene».

 

     

NEVERS 1866-1879. Testimonianze delle consorelle e di persone che hanno incontrato Bernadette durante la sua permanenza nella casa madre della congregazione delle Suore della carità di Nevers, dal 1866 fino alla morte, avvenuta il 16 aprile 1879.

 

Luglio. Suor Emilienne Duboé: Bernadette mi fu affidata fin dal suo arrivo in noviziato, per abituarla… Ciò che la addolorava, era di non vedere più la grotta di Lourdes. «Se tu sapessi» mi disse «quello che ho visto di bello là». Avevo la tentazione di chiederlo, ma mi rispose che non poteva dire niente, che la madre maestra l’aveva proibito. Mi diceva: «Se tu sapessi quant’è buona la Madonna!». 

Un giorno Bernadette mi fece notare che facevo male il segno della croce. Le risposi che certamente non lo facevo tanto bene quanto lei che lo aveva imparato dalla Madonna. Bisogna farci attenzione» mi disse «perché vuol dire molto farsi bene il segno della croce».  

 Suor Charles Ramillon: Il modo in cui si faceva il segno della croce mi colpiva profondamente; abbiamo cercato più volte di riprodurlo, ma senza risultato. Allora dicevamo: «Si vede bene che glielo ha insegnato la Madonna stessa». 

Suor Emilie Marcillac: Suor Marie-Bernard aveva una pietà dolce, semplice, senza niente di singolare. Era molto esatta, non mancava al silenzio, ma a ricreazione attirava per il suo brio. Non le piaceva la pietà caricata. Un giorno mi diceva ridendo, indicandomi una novizia che chiudeva sempre gli occhi: «Vedete suor X? Se non avesse una compagna che la conduce, le capiterebbe un incidente. Perché chiudere gli occhi, quando bisogna tenerli aperti?».

Durante le sue crisi d’asma, aveva degli assalti di tosse che le dilaniavano il petto; benché vomitasse sangue e soffocasse, non si lasciava mai sfuggire un lamento, un mormorio. La udivo soltanto pronunciare il nome di Gesù. Dopo aver detto: «Gesù mio!», guardava il crocifisso, e nei suoi occhi c’era qualche cosa di inesprimibile, ma che diceva tanto…

       
    Suor Emilie Marcillac: In ottobre, il 25, stette assai male… Si pensava che non avrebbe passato la notte… Grande fu la mia sorpresa l’indomani mattina, quando alle quattro e mezzo mi avvicinai al letto per avere notizie; la credevo in agonia. Invece mi rispose con voce chiara: «Sto meglio, il Signore non mi ha voluta, sono andata fino alla porta e Lui mi ha detto: torna indietro, è troppo presto».

 

Anno 1867

  Maggio. Suor Bernard Dalias: Mi trovavo a Nevers da tre giorni, e mi dissi stupita di non conoscere Bernadette. La superiora che mi aveva accompagnata mi indicò una novizia, piccola, sorridente, che le stava vicino, e aggiunse: «Bernadette? Ma eccola qui!». Un’espressione impertinente mi sfuggì ed esclamai: «Tutto qua?». Mi rispose: «Proprio vero, signorina, tutto qua!». Posso dire che da allora mi dimostrò una grande simpatia.
       
      Suor Brigitte Hostin: Sono stata compagna di noviziato di suor Marie-Bernard; ho avuto questo privilegio per sette-otto mesi. Ho avuto modo di ammirare in lei una grande pietà, un umore sempre uguale – cosa rara –, una semplicità di bambina, e soprattutto una grande umiltà; questo – nel caso in cui fosse obbligata a rispondere alle lettere che le scrivevano alcuni grandi personaggi riguardo ai favori che la Madonna le aveva accordati – le faceva dire: «Se non fosse per obbedienza, non risponderei».

 

Settembre 
    Suor Joseph Caldairou ricorda alcune espressioni di Bernadette: «Dio solo sa quanto mi costa dovermi presentare davanti ai vescovi, ai preti, alla gente del mondo». «Non posso trovare bella nessuna madonna, dopo aver visto l’originale».

       
Anno 1868

Suor Charles Ramillon: Un giorno, in mia presenza, una di noi le disse: «Avete fatto conoscere i segreti della Madonna alla madre generale?». «No». «E neppure alla madre maestra?». «Neppure». Allora io soggiunsi: «Ma se il Santo Padre ve li chiedesse?». Lei rispose: «Ci penserei».


       Novembre. Comte Lafond: Monsignor Chigi [nunzio apostolico in Francia, ndr] fece chiamare in parlatorio suor Marie-Bernard. «Figliola» le chiede «non hai avuto paura quando hai visto la Madonna?». Oh, sì, monsignore, molta; ma solo la prima volta; poi, era così bella!».

 

Anno 1869 - Agosto.
     Suor Bernard Dalias:

Una sola sua parola faceva del bene. A chi era nel dolore diceva: «Pregherò per voi».
Più volte l’ho sorpresa con il volto inondato di lacrime. La interrogavo con lo sguardo: «Oh» mi sussurrava, «rivedere la grotta, una sola volta, di notte, quando nessuno lo verrebbe a sapere…».

Ero incaricata di intonare il canto per l’offerta della ricreazione. Suor Marie-Bernard mi si avvicina un giorno, dopo la preghiera. «Qualche volta intonate» mi disse «“La vedrò un giorno questa Madre che amo”». E a questo punto i suoi occhi assunsero un’espressione di desiderio, di tristezza indefinibile, e vidi scendere due lacrime…

Bastava sentirle dire con piena convinzione: «Pregate per me, povera peccatrice, soprattutto all’ora della morte», per capire che si rendeva perfettamente conto di dover invocare l’effetto promessole dalla Vergine per la sua fedeltà.


    Suo Emilienne Robert: Parlava di correggerci dei nostri difetti, e le dissi che è difficile. Lei allora spalancò gli occhi e mi rispose vivacemente: «Ma come! Ricevere così spesso il pane dei forti e non essere più coraggiosa!».

 

Ottobre. Comte Lafond: L’abate di M. le disse in mia presenza che arrivava da Lourdes e che aveva incontrato il padre Hermann e il signor Lasserre, tutti e due graziati del dono della vista. Suor Marie-Bernard aprì i suoi grandi occhi, fino allora abbassati. «Ho visto» soggiunse l’abate «la statua che hanno posto alla grotta. Ha le mani giunte così. È proprio così che la Madonna vi è apparsa?». «Sì, padre, ma quando mi ha detto: “Sono l’Immacolata Concezione” ha fatto così». E fece un gesto di una bellezza tale che ne fummo commossi fino alle lacrime. Ci sembrava di vedere una copia viva della Regina del Cielo, quando apparve sulla roccia di Massabielle.

Una signora di Nevers le chiese un giorno: «Non avete mai più rivisto la Vergine dopo le diciotto apparizioni?». Due lacrimoni le imperlarono le palpebre: fu la sola risposta.

       
     Suor Cécile Pagès: Dicevo a suor Marie-Bernard che molte persone erano guarite con l’acqua di Lourdes, dopo una novena.«Oh» disse, «la Vergine talvolta vuole che si preghi a lungo, e una persona è stata guarita soltanto dopo nove novene».


Anno 1870 - Aprile.
     Suor Angèle (allora postulante):

Suor Marie-Bernard mi chiese: «Signorina, che cosa avete?». Le risposi: «Ho ricevuto adesso una brutta notizia: mamma è in fin di vita; forse a quest’ora è già morta». Suor Marie-Bernard mi disse con un sorriso che non dimenticherò mai e con il suo sguardo penetrante: «Non piangete, la Madonna la guarirà; pregherò per lei».     

 

Agosto.  Suor Madeleine Bounaix:

Il 15 agosto 1870, mi trovavo con lei all’infermeria San Giuseppe; mi aveva dato un frutto per la merenda; intanto parlavamo della festa del giorno e le dissi: «Sorella, pregherete per me oggi?». «Sì, ma a una condizione: che anche voi lo farete per me. Abbiamo tutti bisogno di preghiere». Allora aggiunsi: «Quanto deve essere bella la festa in cielo, e quanto bella deve essere anche la Madonna». «Oh sì» disse «quando la si è vista non si può più essere attaccati alla terra!».

Qualche tempo dopo, suor Marie-Bernard ricevette una lettera di don Peyramale, parroco di Lourdes, nella quale c’era una fotografia della Basilica. Guardandola, mi chiese: «Conoscete Lourdes?». Alla mia risposta negativa, mi disse: «Tenete, ecco la foto della Basilica», e con il dito mi mostrava la grotta. Le chiesi: «Dove eravate quando vi apparve la Madonna?». Mi indicò semplicemente il posto. Soggiunsi: «È un ricordo assai dolce per voi, sorella». Prendendo un’aria grave, quasi triste, rispose: «Oh, sì! Ma non avevo nessun diritto a tale grazia».

 

Dicembre
    Comte Lafond: Suor Marie-Bernard… questa suora non è buona a nulla, eppure viene considerata come il tesoro di Saint-Gildard; la guardano come il palladio della città vescovile e si attribuisce a lei la salvezza durante l’invasione del 1870; i prussiani erano in tutti i dipartimenti vicini e quasi alle porte di Nevers. Il cavaliere Gougenot des Mousseaux che vide Bernadette a quell’epoca, le pose alcune domande: «Alla grotta di Lourdes, o in seguito, avete avuto qualche rivelazione relativa all’avvenire e ai destini della Francia? La Vergine non vi ha per caso incaricata di trasmettere avvertimenti o minacce per la Francia?». «No». «I prussiani sono alle porte: non vi mettono paura?». «No». «Dunque non c’è nulla da temere?». «Io non temo che i cattivi cattolici». «Non temete nient’altro?». «No, nulla».

 

Anno 1871
    Madre Marie-Thérèse Bordenave: Verso la fine del 1870 o all’inizio del 1871, c’erano ancora delle ambulanze in casa madre; un giorno si incendiò la farmacia; la novizia di turno ne fu talmente impressionata che per 24 ore soffrì di terribili dolori. Suor Marie-Bernard, impietosita, disse a una suora, dopo aver esaurito tutte le medicine: «Provo a darle dell’acqua di Lourdes; pregate con me e fatelo con fervore». Lo fecero: qualche minuto dopo i dolori erano cessati.


     Prima di Agosto

Suor Madeleine Bounaix: Ero colpita dalla sua rettitudine e dalla sua sincerità. Non credo che abbia mai mentito e a questo proposito, mi ricordo un episodio che ha confermato la mia opinione. Un giorno parlavamo di Lourdes e di Bartrès, e mi disse: «Non potete immaginare quanto fossi ignorante. Figuratevi che mio padre, venuto a trovarmi, mi vide alla guardia del gregge, assai triste. Poiché mi chiese la causa di questo, gli risposi: “Guarda un po’ le mie pecore, parecchie hanno la schiena verde”. E lui, ridendo: “È l’erba che hanno mangiato che risale sul dorso: forse morranno”. Io allora piansi a calde lacrime, e mio padre, vedendomi così addolorata, mi consolò e mi spiegò che era il marchio del commerciante cui le avevano vendute».

Udendo questa storia, mi misi a ridere e le dissi: «Ma come? Eravate tanto ingenua da credere una cosa simile?». Mi rispose: «Cara mia, poiché non sapevo mentire, credevo a tutto quello che mi dicevano».

Un giorno parlavamo delle pratiche di pietà verso la Madonna. Le dissi che ce n’era una alla quale tenevo molto: recitare dodici Ave Maria in onore dei dodici privilegi della Madre di Dio. Mi rispose con un’aria felice e soddisfatta: «Continuate questa pratica, è assai gradita alla Madonna».  

 

 

Suor Vincent Garros, al secolo Julie Garros, amica d’infanzia di Bernadette: "Al noviziato, dicevo a Bernadette ammalata in infermeria: «Soffrite molto, vero?». Mi rispose: «Che vuoi? La Madonna me l’ha detto che non sarei stata felice in questo mondo, ma nell’altro»".

Spesso consigliava di perdonare, di non dimenticare l’invocazione del Padre Nostro: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo…».

Mi disse anche: «Quando passi davanti alla cappella, se non hai il tempo di fermarti, incarica il tuo angelo custode di portare il tuo messaggio al Signore nel tabernacolo. Lo porterà e poi ti raggiungerà di nuovo».

   Credo che Bernadette meditasse sui misteri, perché un giorno in cui le dissi che non riuscivo a pregare, a meditare, mi suggerì questo mezzo: «Trasportati al Monte degli Olivi o ai piedi della croce, e rimani là: il Signore ti parlerà e tu lo ascolterai». Talvolta le dicevo: «Ci sono stata, ma il Signore non mi ha detto niente». Tuttavia, continuavo a pregare.

   Le dissi un giorno: «Come potete rimanere così a lungo in azione di grazia?». Mi rispose: «Penso che è la Madonna che mi dà Gesù Bambino. Lo prendo. Gli parlo e lui mi parla».


  So che, tra i santi, Bernadette aveva una devozione particolare per san Giuseppe. Ripeteva queste invocazioni: «Fatemi la grazia di amare Gesù e Maria come vogliono essere amati. San Giuseppe, pregate per me. Insegnatemi a pregare». E a me diceva: «Quando non si riesce a pregare, ci si rivolge a san Giuseppe».

   Mi diceva anche: «Quando sei davanti al Santissimo, da una parte hai vicino la Madonna che ti ispira quello che devi dire al Signore, e dall’altra il tuo angelo custode che prende nota delle tue distrazioni».

   Madre Marie-Thérèse Bordenave: Una superiora le chiedeva un giorno se non avesse mai provato un sentimento di compiacenza per i favori che la Vergine le aveva fatto. «Che cosa pensate di me? Volete che non sappia che se la Madonna mi ha scelta, è perché ero la più ignorante? Se ne avesse trovata una più ignorante, avrebbe preso lei».

    Suor Joseph Ducout:

   L’ho vista soffrire moralmente e fisicamente. Nella sofferenza, mai una parola che esprimesse il suo dolore. Prendeva il crocifisso, lo guardava, e basta.


      Dicembre. Suor Victoire Cassou: Bernadette mi disse: «Per la messa di mezzanotte, mettetevi vicino a me. C’è posto». Ne fui felice. Potei così constatare quanto fosse pia e raccolta. Nascosta dietro il suo velo, nulla poteva distrarla. Dopo la comunione, entrò in un raccoglimento così profondo, che uscirono tutti, senza che lei sembrasse neppure accorgersene. Le rimasi a fianco, perché non avevo nessuna voglia di andare in refettorio con le mie compagne. La contemplai a lungo, senza che se ne accorgesse. Il suo volto era radioso e celestiale, come durante l’estasi delle apparizioni.

   Quando la suora incaricata di chiudere le porte della chiesa venne a compiere il suo dovere, agitò con forza i catenacci. Solo allora Bernadette uscì dal suo stato simile a un’estasi. Uscì dalla cappella e io la seguii. E nel chiostro, si chinò su di me e mi sussurrò: «Non avete preso niente (in refettorio)?». Le risposi: «Neppure voi». Si ritirò in silenzio e ci separammo così.

 

Anno 1872 - Agosto. Suor Eudoxie Chatelain: Aveva una devozione speciale per san Giuseppe, cosa che mi stupiva un po’, dato che era la figlia privilegiata della Madonna. Un giorno le udii dire: «Vado a fare una visitina a mio padre». Era san Giuseppe: andava spesso a pregarlo in cappella. Diceva: «Amate tanto il Signore, figlie mie. È tutto qui».