“Non dimenticatevi della beneficenza
e di far parte dei vostri beni agli altri,
perché di tali sacrifici il Signore si compiace”
(Ebr. 13,16)
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L’autore della Lettera agli Ebrei, dopo aver parlato di Gesù e del suo Nuovo Sacerdozio, alla fine conclude invitando coloro che hanno accolto la Persona di Gesù ed il suo Messaggio, a vivere in maniera coerente con la loro Fede: siano aperti all’ospitalità, vivano la fedeltà nel matrimonio, siano fedeli alla Verità della loro Fede e….. siano generosi con i fratelli condividendo i beni che la vita ha loro donato.
Molta è la generosità vissuta dalla gente; come altrettanto diffuso è il sentimento di chi dice: “i soldi me li sono guadagnati io con il mio lavoro e la mia fatica, lo facciano anche gli altri….”. Eppure la generosità e la beneficenza è essenziale quanto la preghiera: è - come la preghiera - un “sacrificio spirituale”.
Non è dunque un atteggiamento tipico solo della Quaresima, di modo che, finito questo periodo di impegno, messo da parte il “salvadanaio”, si aspetti il prossimo anno per riaprire il capitolo….
No, no: è parte essenziale della vita cristiana, la beneficenza e la condivisone dei beni sono un vero e proprio gesto di preghiera, un “sacrificio gradito a Dio”. Sempre. Abitualmente. Se un cristiano non vivesse questo aspetto intrinseco della sua Fede, non sarebbe un vero discepolo di Gesù.
Ogni cristiano dovrà dunque inventarsi lui stesso come esercitare questa beneficenza nella sua vita quotidiana: la generosità e la fantasia lo aiuteranno nel cercarne i modi….
Con un paio di osservazioni finali: il cristiano maturo non dovrà mancare di educare anche i suoi figli a questo “sacrificio spirituale”; e dovrà ricordare che la beneficenza e la generosità non devono esentarlo dalla GIUSTIZIA nei suoi comportamenti sociali e personali. Senza la Giustizia, la beneficenza diventa una farsa,una presa in giro di Dio e del prossimo
don Ambrogio
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