Ecco nuovamente l’apostolo Giacomo: e, come sempre, è molto concreto.
Questa volta, addirittura, fa dipendere la vera religione dal frenare la lingua.
Una volta i predicatori insistevano molto sui peccati commessi con la lingua: pettegolezzo, maldicenza, calunnia. (Il vocabolario conosce ancora altre espressioni: sparlare, malignare, criticare: c’è un mezzo vocabolario: tanto è diffuso questo vizio….) Vogliamo provare ad analizzare questi che sono dei veri “peccati”?
Pettegolezzo: quell’insopprimibile voglia di “parlare degli altri”: e, notiamolo: non si parla mai bene degli assenti. Mai. Provate a fare una verifica….
Maldicenza è mal-dicenza: “dir male degli altri”. “Ah, ma è la verità”, dice uno: “Può darsi - gli rispondo - ma è Carità?” E poi: se parlassero di tuo figlio?
Calunnia: “incolpare altri di sbagli o peccati che non hanno commesso”. E questo può avvenire o per superficialità (ed è male) o per autentica cattiveria e malvagità: e questo è orribile….
L’unico modo di parlare di un altro, anche accusandolo, è quando ci si deve difendere da una ingiusta accusa.
Anch’io, pur cercando di mettere tutta l’attenzione a “non parlare degli altri”, talvolta ci casco: allora, appena me ne accorgo, mi fermo e, insieme a colui con cui stavo criticando, recito “Un’AVE” a Maria perché Lei restituisca l’onore a quella persona cui io lo stavo togliendo. Qualcuno dovrebbe dire … un Rosario di AVE!
Senza dubbio qualcuno, a questo punto, mi dirà: “Lei è un po’ esagerato… Allora, non dobbiamo più aprir bocca?” Vedete voi: La Parola di Dio ci dice che: “Se qualcuno pensa di essere religioso ma non frena la lingua, e inganna così il suo cuore, la sua religione è vana”. È PAROLA DI DIO…….
Don Ambrogio