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LA PROVA
 
 

Sacerdote dei Missionari del S. Cuore nella Repubblica Dominicana, Emiliano Tardif è stato guarito dal Signore, attraverso la preghiera di alcuni fratelli del Rinnovamento dello Spirito, da tubercolosi polmonare acuta nel 1973. In questo volume offre una testimonianza: la testimonianza di Gesù, il Vivente, lo stesso, ieri, oggi e sempre. La testimonianza che Dio guarisce i suoi figli sofferenti.

 

LA PROVA

(dal libro: CRISTO  GESù è  VIVO  di P. Emiliano Tardif)

 

 

Dopo questi avvenimenti, e dopo tutto il clamore positivo che avevano suscitato nell’intero Paese, fui attaccato in molti modi e con molti mezzi: alla radio, alla televisione, sulla stampa. Io risposi con un articolo, ma in seguito mi resi conto che avevo commesso un duplice errore: provare le guarigioni avvenute dando nomi ed indirizzi delle persone guarite; e credere che sarebbe stata l’evidenza dei fatti e non la grazia della fede, a trasformare i loro cuori.

 

Davo loro il segno del cielo che essi domandavano: ma essi non si convertirono, perché i segni son soltanto dei ‘segni’: solo la fede ci fa riconoscere ciò che essi significano; che, cioè, Dio ama gli uomini, che Cristo è vivo e che la Chiesa ha la potenza dello Spirito Santo per risuscitare i morti.

Il Signore permise che ritornassi in me e mi rendessi conto che non dovevo difendermi dagli attacchi, come lui non si era difeso da coloro che lo accusavano.  Se io mi difendevo con i miei mezzi ed i miei argomenti, impedivo che fosse lui a difendermi con i suoi mezzi ed i suoi argomenti.  E significava anche rinunciare alla purificazione che il Signore voleva compiere nella mia vita.       Attraverso tanti attacchi ed incomprensioni, il Signore vuole modellarci secondo l’immagine del suo Figlio, facendoci passare attraverso la notte del calvario, per farci giungere alla risurrezione.

 

Il tempo mi ha sempre più convinto che le lusinghe sono più dannose della critica, perché questa è come un fuoco che purifica e brucia le impurità del nostro cuore, mentre quelle si sono attirate una delle parole più dure di Gesù: “Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti” (Lc 6,26).

Inconsciamente ci possiamo dimenticare che siamo semplici vasi d’argilla: ma il Signore ci incarica di ricordarcelo, mediante la croce dell’incomprensione.  Nella sua misericordia il Signore ci purifica e ci umilia, perché noi non sottraiamo nulla alla gloria dovuta a lui solo.

La critica è come l’atrio del tempio: ci prepara ad entrare puri da ogni macchia nel santuario del Dio vivente, liberi da ogni attaccamento: e gli attaccamenti più pericolosi sono quelli che noi chiamiamo “i nostri meriti” e “le nostre attività apostoliche”.

 

Gli attacchi diventarono così violenti e continui, che qualche volta pensai di non resistere più. Mi perseguitavano da ogni parte.  Mi sentivo solo, su una strada sconosciuta.

Domandai allora ad una suora, piena di Dio, di pregare per me. Lo fece.  E le parole che mi disse furono per me come una profezia, che mi fu di grande conforto. Il Signore attraverso di lei mi disse: “Dopo aver gustato la gioia della domenica delle Palme, non ti sembra normale assaporare un po’ la Settimana Santa?”.

Questa parola mi guarì interiormente; d’allora in poi vedo i problemi in un modo ben preciso ed in una pace completa. Quando le cose vanno bene, mi dico che siamo alla Domenica delle Palme; se vi sono difficoltà, esclamo con semplicità: è la Settimana Santa.   In entrambi i casi la Pasqua non è lontana: sia gloria a Dio.

 

Dio è stato buono: prima di condurmi sul Calvario, mi aveva fatto gustare la gloria del Tabor: ma non ha permesso che lassù innalzassi la mia tenda...