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I BAMBINI INTERROGANO ... IL PAPA!
 
 

 

 

"Per dire la verità non avrei mai pensato di diventare Papa: sono stato un ragazzo abbastanza ingenuo in una piccola provincia dimenticata".

 

E' Papa Benedetto XVI che risponde, cari amici! Lo ha fatto con 7mila bambini della Pontificia Opera per l’Infanzia Missionaria che ha incontrato nell'Aula Paolo VI in Vaticano. Uno di loro gli ha chiesto persino se avesse mai pensato di diventare ... Papa!

 

E Benedetto XVI ha risposto: " ... ho difficoltà di capire come il Signore poteva pensare a me, destinare me proprio a questo ministero, ma lo accetto dalle sue mani, anche se era una cosa sorprendente e che andava molto oltre le mie forze. Ma il Signore mi aiuta".

Poi un altro gli ha chiesto come è possibile vivere con persone di diversa cultura e religione: "Qualche volta sembra inevitabile nella vita umana litigare ma è importante l'arte di riconciliarsi, il perdono e non lasciare amarezza nell'anima".

 

Ha proseguito raccontando un po' della sua infanzia:

"Ho vissuto gli anni della scuola elementare in un piccolo paese di 400 abitanti, eravamo un po' ingenui; in questo paese eravamo da una parte agricoltori molto ricchi e anche poveri impiegati, artigiani e la nostra famiglia poco prima della scuola elementare era arrivata in questo paese da un altro paese. Quindi eravamo un po' stranieri, e in questa classe che frequentavo si riflettevano culture diverse. Ma gli altri bambini mi hanno insegnato il loro dialetto, abbiamo collaborato, anche litigato ma poi ci siamo anche riconciliati. E con gratitudine mi ricordo come ci siamo aiutati l'uno e l'altro; abbiamo imparato insieme a pregare, ci siamo preparati insieme alla comunione. Dobbiamo essere amici, fratelli".

 

Papa Ratzinger ha ricordato come a 8-9 anni diventò chierichetto. "Le ragazze leggevano meglio di noi e a loro era affidato il compito di leggere le sacre scritture".

Ma come un bambino può aiutare il Papa ad annunciare il Vangelo? A questo interrogativo, Benedetto XVI ha risposto così:

"La preghiera è una realtà: Dio ci ascolta e, quando preghiamo, Dio entra nella nostra vita, diventa presente tra di noi, operante. Pregare è una cosa molto importante, che può cambiare il mondo, perché rende presente la forza di Dio. Ed è importante aiutarsi nel pregare: preghiamo insieme nella liturgia, preghiamo insieme nella famiglia. E qui direi che è importante cominciare la giornata con una piccola preghiera e poi anche finire il giorno con una piccola preghiera: ricordare i genitori nella preghiera. Pregare prima del pranzo, prima della cena, e in occasione della comune celebrazione della domenica. Una domenica senza la messa, la grande preghiera comune della Chiesa, non è una vera domenica: manca proprio il cuore della domenica e così anche la luce per la settimana.

 

E potete aiutare anche gli altri — specialmente quando forse a casa non si prega, non si conosce la preghiera — insegnare agli altri a pregare: pregare con loro e così introdurre gli altri nella comunione con Dio. Poi, ascoltare, cioè imparare realmente che cosa ci dice Gesù. Inoltre, conoscere la Sacra Scrittura, la Bibbia. Nella storia di Gesù impariamo il volto di Dio, impariamo come è Dio. E’ importante conoscere Gesù profondamente, personalmente. Così egli entra nella nostra vita e, tramite la nostra vita, entra nel mondo. E anche condividere, non volere le cose solo per se stessi, ma per tutti;  dividere con gli altri. E se vediamo un altro che forse ha bisogno, che è meno dotato, dobbiamo aiutarlo e così rendere presente l'amore di Dio senza grandi parole, nel nostro personale piccolo mondo, che fa parte del grande mondo. E così diventiamo insieme una famiglia, dove uno ha rispetto per l'altro: sopportare l'altro nella sua alterità, accettare proprio anche gli antipatici, non lasciare che uno sia marginalizzato, ma aiutarlo a inserirsi nella comunità".