Don Bosco muore a Torino il 31 gennaio 1888.

Quattro anni prima, a maggio, don Bosco è a Roma impegnato nella raccolta di fondi per la costruzione della Chiesa del Sacro Cuore (vicina alla Stazione Termini, perchè don Bosco ha voluto che nelle grandi città come Torino, Roma, Milano, Bologna ... ci fosse una chiesa e un istituto salesiano per offrire subito un riferimento sicuro ai giovani che lasciavano le proprie case per trovare lavoro nelle città!) e nella definizione dello stato giuridico della sua Congregazione.

Non sta tanto bene in salute e la sua preoccupazione è fissa nella ricerca di ogni mezzo per rafforzare lo stile educativo del sistema preventivo da lui inventato: nasce in questo contesto la LETTERA DA ROMA indirizzata ai suoi carissimi figli in Gesù Cristo, cioè ai suoi amati giovani di Valdocco e ai loro educatori.

Il contenuto della Lettera è uno dei più ricchi documenti pedagogici di don Bosco, attualissima anche oggi per chi ha a cuore l'educazione dei giovani per farne buoni cristiani e onesti cittadini. 

Nella Lettera da Roma emerge chiarissima la paternità umana e spirituale del Santo dei giovani:"Basta che siate giovani perchè io vi ami assai" e l'amore di don Bosco dimora nello spirito di famiglia che regnava a Valdocco.

Questo insegnamento spirituale di don Bosco può essere raccolto da tutti quelli che esercitano una qualche paternità:genitori, insegnanti, educatori, sacerdoti ...

Il messaggio supremo di don Bosco è quello di ricordarci che non c'è nulla di più bello che essere padre o madre ed essere figlio perchè questo è anche il fondamento del mistero di Dio Trinità d'Amore: ognuno di noi è chiamato a riunire nella sua vocazione di vita questi due atteggiamenti: un'anima di figlio davanti a Dio Padre e un'anima di padre davanti ai figli che Dio ci manda e affida!