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IL FONDO FAMIGLIA LAVORO
 
 

 

Il Natale cristiano chiama tutti ad uno slancio rinnovato, ad un supplemento speciale di fraternità e solidarietà.

Questi tempi sono segnati da una crisi finanziaria ed economica che – secondo gli esperti – non ha ancora manifestato pienamente i suoi effetti destabilizzanti, soprattutto le preoccupanti ricadute sulla società e sulle famiglie.

Lo scenario che si va delineando impone a tutti una riflessione seria e responsabile.

 

Nell’intenso clima spirituale della Messa di Mezzanotte di Natale, a partire dalla meditazione del Vangelo e in una prospettiva anzitutto educativa per le comunità cristiane e per ciascuno dei fedeli della Diocesi, l’Arcivescovo di Milano cardinale Dionigi Tettamanzi ha annunciato la costituzione del “Fondo famiglia-lavoro”, da finalizzare all’aiuto di chi ha perso, sta perdendo o perderà l’occupazione.

 

Nell’omelia l’Arcivescovo ha anzitutto posto la domanda sul “perché” di questa crisi di portata mondiale, caratterizzata – a quanto sembra - da una particolare gravità e durata nel tempo.

Per il cardinale Tettamanzi spetta ai politici, agli economisti, ai tecnici rinvenire le cause delle presente situazione. Ma appare comunque già con sufficiente chiarezza come l’origine dei mali stia a monte dell’economia: la produzione, la distribuzione e l’uso delle risorse, infatti, implica sempre un insopprimibile aspetto etico. Si chiede l’Arcivescovo: «Può dirsi etica un’economia che non mette al centro l’uomo ma il profitto da perseguire ad ogni costo? Quanta responsabilità – delle fatiche del momento presente – ha quella finanza divenuta virtuale, che ha perso di vista l’economia reale centrata sul benessere delle comunità e dei singoli? Non ho dubbi: l’etica – e il primo valore etico è il rispetto della persona in tutte le sue dimensioni – non è un’aggiunta all’economia, ma ne è il fondamento. Sempre quando si calpesta l’etica sulla breve o lunga distanza a pagarne le gravissime conseguenze sono l’uomo, la società, la natura e l’economia stessa».

 

Il cardinale Tettamanzi ha poi confidato le domande che questa situazione fa nascere in lui.

«In questo Natale, già segnato dalle prime ondate di una grave crisi economica, un interrogativo mi tormenta: io, come Arcivescovo di Milano, cosa posso fare? Noi, come Chiesa ambrosiana, cosa possiamo fare?».

Una domanda che ciascuno deve fare propria e che tutti deve interrogare.

 

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