Don Bosco, richiesto da Domenico Savio di una "ricetta" per diventare santi, indica alcuni elementi da tener presenti. Tutti sono ancora di attualitą e praticabili anche oggi.
Don Bosco indicava a Domenico, per prima cosa, che si esprimesse con "una costante e moderata allegria".
Poi lo consigliava ad essere perseverante nell'adempimento dei suoi doveri di studente (andare a scuola, fare i compiti...) e dei suoi impegni di cristiano (pregare e partecipare alla eucaristia e alla riconciliazio-ne).
Infine gli raccomandava di partecipare sempre ai momenti di ricreazione, di gioco e di distensione con i suoi compagni.
Č interessante evidenziare che consiglia di pregare e studiare, ma raccomanda anche l'attivitą del gioco con i compagni.
Scrivendo il suo Sistema Preventivo, don Bosco afferma: "Si dia ampia libertą di saltare, correre, schiamazzare a piacimento. La ginnastica, la musica, la declamazione, il teatrino, le passeggiate sono mezzi efficacissimi per ottenere la disciplina e giovare alla moralitą e alla santitą".
La vita del cortile č uno dei fattori base di tutta l'azione educativa di don Bosco e si mette come ponte tra la scuola e la chiesa, tra l'esperienza di formazione, la crescita culturale umana e l'esperienza di formazione e crescita religiosa.
Molte delle battute originali di don Bosco, riportate nelle vite di Domenico Savio, di Michele Magone e Francesco Besucco, hanno sempre una scena, quella del cortile tra il movimento e le grida di tanti ragazzi, ai quali don Bosco si rivolgeva con gesti di attenzione e di amicizia e con battute veloci ma incisive per la vita personale.
Il cortile č don Bosco tra i giovani: una immagine, un'idea, un progetto, che si impone con la sua vita senza bisogno di tanti commenti.
Don Bosco padre e maestro dei giovani, che colpisce con i suoi gesti prima che con le sue parole, esprime un atteggiamento di condivisione e di partecipazione alla vita dei giovani.
Una partecipazione che esige:
- la capacitą di trovarli, i ragazzi e i giovani, lą dove vivono nei molti luoghi informali;
- la voglia di trovare strade e strategie nuove per arrivare al loro cuore e riuscire ad aiutarli a trovare il senso e il gusto della loro vita, a comunicare a tutti la possibilitą di conoscere il Signore della vita e della gioia;
- l'inquietudine che ci interpella costantemente a vedere se abbiamo - come educatori, genitori, animatori - fatto il possibile, fatto il meglio.
In una lettera ad un giovane chierico don Bosco scrive che per vivere "con" e "per" i ragazzi-giovani bisogna "mettersi in coda con loro per bere alla fontana".
Mi sembra che lo stile educativo di don Bosco suggerisce l'importanza:
- dello "stare", "dell'esserci" nella fatica, nella frammentarietą, nella povertą, nel vuoto e nell'apatia, nella fragilitą e nell'insignificanza che i ragazzi-giovani soffrono per poter capire, condividere e trovare punti accessibili al bene;
- di assumere uno stile di preventivitą, di attenzione, prendersi cura dell'altro, privilegiando le vie della ragio-ne, della religione e dell'amorevolezza per giungere al cuore di ogni persona.
- di educare all'amore, oggi autentica sfida.
Educare e rieducarci all'amore per riscoprire la gioia dell'essere amati, in ogni etą della vita e per non cedere alle pressioni della cultura che svilisce l'autenticitą dell'amore e dell'impegno.
Don Bosco nostro maestro e Padre ci ricarichi di passione educativa capace di rendere ancora oggi possibili i sogni: Buoni Cristiani, Onesti Cittadini.
Sr. Adriana Pozzi F.M.A.
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