Don Bosco uomo di cuore
La grande intuizione di don Bosco è di fare dell’amorevolezza una vera e propria cultura di relazione, dove il senso dell’altro è presente in una prospettiva d’amore, una cultura della verità, amata con il “cuore” e coltivata con l’intelligenza (don Eugenio Riva).
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La festa di don Bosco non è una semplice occasione per rispolverare qualche episodio della vita.
Don Bosco è uno stile di risposta alle esigenze dei giovani.
Don Bosco è una risposta appassionata e razionale alla situazione di abbandono della gioventù.
All’epoca di don Bosco l’abbandono era evidente e sconcertante: si trattava di una classe sociale abbandonata, perché non considerata. Oggi, istituzionalmente, nessuno resta abbandonato: programmi scolastici, attività ricreative, spazi di aggregazione, tutto è all’insegna dell’organizzazione. Eppure, forse, i giovani si trovano maggiormente abbandonati all’esistenza, abbandonati di fronte alla povertà dei modelli morali, alla esiguità dei modelli di comunità e riesce loro difficile scorgere un compito per cui valga la pena di vivere. Situazioni di povertà e di abbandono si scorgono là dove il giovane non riesce a sviluppare in pienezza la sua ricchezza interiore.
Di fronte a queste chiamate di abbandono, alla perdita dei valori, don Bosco è presente come testimone di una speranza che supera i confini del presente per aprirsi ai grandi valori della vita umana e cristiana.
Benedetto XVI, testimone di speranza per il nostro tempo, ci indica una via maestra indicata dai padri della Chiesa dei primi tempi: riempire il nostro cuore del desiderio di Dio. «L’uomo ha bisogno di Dio – afferma più volte il Papa -, altrimenti resta privo di speranza» (Spe salvi, 23).
Sant’Agostino ci indica la via della preghiera come esercizio del desiderio: «La vita di un buon cristiano è tutta un santo desiderio. Ma se una cosa è oggetto di desiderio, ancora non la si vede, e tuttavia tu, attraverso il desiderio, ti dilati, cosicché potrai essere riempito quando giungerai alla visione» (Agostino, Commento alla prima lettera di Giovanni, 4,6).
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