Se tu, caro "navigatore", volessi conoscere Dio hai una strada da imboccare: la Bibbia. Dunque, occorre "CONOSCERE". Conoscere la Bibbia.
Vorrei qui di seguito proporre un piccolissimo manuale di "istruzioni per l"uso": saranno, le mie, parole elementari. E dunque comprensibili a tutti.
Anzitutto occorre avere il desiderio di incontrare Dio non per semplice conoscenza, ma per fare I'esperienza di un vero "incontro personale": Dio non si mostra ai "curiosi", ma si dona a chi lo cerca dal profondo del cuore, talvolta forse in maniera confusa, esigente, ma vera.
Poi, occorre sapere che Dio ha gia parlato all'umanità in molti modi: il più importante è la "BIBBIA", cioè il libro sacro che riporta le parole e le azioni compiute da Dio, nel corso del secoli, per manifestarsi all'umanità.
Quindi occorre che tu voglia cercarlo nella Bibbia.
Ma, per far questo, è necessario che tu possieda... una Bibbia. Di buona edizione, scritta in una traduzione comprensibile.
E ancora: è necessario che tu sappia orientarti in essa. Ma, a questo punto, mi fermo. Non voglio esserti pesante: ho provato anch'io per tanti anni ad essere scolaro: e scoprire quanto fosse noioso ascoltare tutte le introduzioni, le premesse che I'insegnante mi faceva prima di farmi gustare quel dato argomento. Ho scoperto che è più interessante... incominciare ad entrare, ad affrontare direttamente I'argomento stesso.
È quanto farò anch'io: ti proporrò alcune pagine, le più belle, della Bibbia: e, mentre te le presenterò, cercherò di spiegare quella pagina e quanto essa ci insegna. Sono certo che, gustandone la bellezza, avrai ancora desiderio di continuare... Ed io ti accompagnerò.
Eccoti dunque una pagina stupenda, tratta dalla Bibbia. La puoi trovare nel libro del Profeta Osea, al capitolo 11.
E vedi "chi" è il nostro Dio!!!
"Quando Israele era giovinetto,
io I'ho amato
e dall'Egitto ho chiamato mio figlio.
Ma più li chiamavo,
più si allontanavano da me;
immolavano vittime ai Baal,
agli idoli bruciavano incensi.
Ad Efraim io insegnavo a camminare
tenendolo per mano,
ma essi non compresero
che avevo cura di loro.
Io li traevo con legami di bontà,
con vincoli d'amore;
ero per loro
come chi solleva un bimbo alla sua guancia;
mi chinavo su di lui
per dargli da mangiare.
Ma il mio popolo è duro a convertirsi:
chiamato a guardare in alto
nessuno sa sollevare lo sguardo.
Come potrei abbandonarti, Efraim,
come consegnarti ad altri, Israele?
II mio cuore si commuove dentro di me,
il mio intimo freme di compassione.
Non darò sfogo all'ardore della mia ira,
non tornerò a distruggere Efraim,
perchè sono Dio e non uomo;
sono il Santo in mezzo a te
e non verrò nella mia ira.
È, questa, una pagina comprensibile a tutti, nel suo insieme; anche se forse non tutti sono in grado di sapere perfettamente chi è "Efraim", o "Baal", o di capire perchè si parla dell'ira di Dio. Intanto cominciamo a gustare questa "tenerezza" paterna (e materna, direi) di Dio. |
