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L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo
 
 

NOTIZIA DEL SANTO

Girolamo nacque a Stridone in Dalmazia verso il 340 da genitori cristiani. A Roma attese agli studi letterari e, quasi ventenne, ricevette il battesimo. Affascinato dall'ideale ascetico e dalla ricerca della verità, si recò in Oriente per unire alla solitudine orante Io studio della Scrittura. Ordinato sacerdote, ritornò a Roma, dove fu segretario e collaboratore di papa Damaso (366-384) e dove cominciò il suo lavoro di traduzione dei libri sacri.

Di temperamento focoso e battagliero, si attirò molte antipatie, tanto che preferì abbandonare la capitale e ritirarsi a Betlemme, dove fondò due monasteri, uno maschile e uno femminile.

Nel suo eremo accanto alla grotta della Natività scris­se molte opere specialmente di argomento esegetico e partecipò con la consueta passione a tutte le vicende ecclesiali del suo tempo. Morì nel 420 ed è onorato come dottore della Chiesa.

 

Dal « Prologo al commento del Profeta Isaia » di san Girolamo, sacerdote

 

L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo

 

Adempio al mio dovere, ubbidendo al comando di Cristo: « Scrutate le Scritture »

(Gv 5, 39), e « Cercate e troverete » (Mt 7, 7), per non sentirmi dire come ai Giudei: « Voi vi ingannate, non conoscendo nè le Scritture, nè la potenza di Dio"» (Mt 22,29). Se, infatti, al di­re dell'apostolo Paolo, Cristo è potenza di Dio e sapien­za di Dio, colui che non conosce le Scritture, non cono­sce la potenza di Dio, nè la sua sapienza. Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo. Perciò voglio imitare il padre di famiglia, che dal suo tesoro sa trarre co­se nuove e vecchie, e così anche la Sposa, che nel Can­tico dei Cantici dice: O mio diletto, ho serbato per te il nuovo e il vecchio (cfr. Ct 7,14 volg.).

Intendo perciò esporre il profeta Isaia in modo da presentarlo non solo come profeta, ma anche come evangelista e apostolo.

Egli infatti ha detto anche di sé quello che dice degli altri evangelisti: « Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi, che annunzia la pa­ce » (Is 52, 7).

E Dio rivolge a lui, come a un apostolo, la doman­da: Chi manderò, e chi andrà da questo popolo? Ed egli risponde: Eccomi, manda me (cfr. Is 6, 8).

Ma nessuno creda che io voglia esaurire in poche parole l'argomento di questo libro della Scrittura che contiene tutti i misteri del Signore.

Effettivamente nel libro di Isaia troviamo che il Si­gnore viene predetto come l'Emmanuele nato dalla Vergine, come autore di miracoli e di segni grandio­si, come morto e sepolto, risorto dagli inferi e salva­tore di tutte le genti. Che dirò della sua dottrina sulla fisica, sull'etica e sulla logica? Tutto ciò che riguarda le sacre Scritture, tutto ciò che la lingua può esprimere e l'intelligenza dei mortali può com­prendere, si trova racchiuso in questo volume. Della profondità di tali misteri dà testimonianza lo stesso autore quando scrive: « Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si dà a uno che sappia leggere, dicendogli: Lèggilo. Ma quegli risponde: Non posso, perché è sigillato. Oppure si dà il libro a chi non sa leggere, dicendogli:

Lèggilo, ma quegli risponde: Non so leggere » (Is 29,11-12).

Si tratta dunque di misteri che, come tali, restano chiusi e incomprensibili ai profani, ma aperti e chiari ai profeti.

Se perciò dai il libro di Isaia ai pagani, ignari dei libri ispirati, ti diranno: Non so leggerlo, per­ché non ho imparato a leggere i testi delle Scrit­ture.

I profeti però sapevano quello che dicevano e lo com­prendevano.

Leggiamo infatti in san Paolo: « Le ispirazioni dei profeti devono essere sottomesse ai profeti » (1 Cor 14, 32), perché sia in loro facoltà di tacere o di parlare secondo l'occorrenza.

I profeti, dunque, comprendevano quello che diceva­no, per questo tutte le loro parole sono piene di sa­pienza e di ragionevolezza.

Alle loro orecchie non arrivavano soltanto le vibrazio­ni della voce, ma la stessa parola di Dio che parlava nel loro animo.

Lo afferma qualcuno di loro con espressioni come queste: L'angelo parlava in me (cfr. Zc 1,9), e: (lo Spirito) « grida nei nostri cuori: Abbà, Padre » (Gal 4, 6), e ancora: «Ascolterò che cosa dice Dio, il Signo­re» (Sal 84,9).

 

Leggi: San Girolamo - vita e scritti (Udienza di Papa Benedetto XVI)

 

Leggi: San Girolamo - Dottrina (Udienza di Papa Benedetto XVI)