Chiara Luce Badano (1971-1990) è stata proclamata Beata Sabato 25 settembre 2010 al Santuario della Madonna del Divino Amore (Roma).
Il Vescovo Maritano, promotore della causa afferma :“Una testimonianza sorprendente di fede, di fortezza, di una giovane di oggi”.
Chiara Lubich (nel 2000): “Quanta luce nelle sue parole, nelle sue lettere, nella sua vita! E’ modello e testimone per giovani ed anziani”.
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Chiara Luce Badano
"Santità a 18 anni"
Bella, intraprendente, sportiva. Normale. Poi l'improvvisa malattia, l'agonia, la morte. Una rapida scalata al cielo. In corso la causa di beatificazione |
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"Ho riscoperto il Vangelo sotto una nuova luce. Ho scoperto che non ero una cristiana autentica perché non lo vivevo sino in fondo. Ora voglio fare di questo magnifico libro il mio unico scopo. Non voglio e non posso rimanere analfabeta di un così straordinario messaggio. Come per me è facile imparare l'alfabeto, così deve essere anche vivere il Vangelo".
Chiara Luce Badano |
"Chiara Luce! Quanta luce si legge sul suo volto, quanta luce nelle sue parole, nelle sue lettere, nella sua vita tutta protesa ad amare concretamente tanti! ... Scelta radicale di Gesù crocefisso e abbandonato, la sua; scelta di ciò che fa male e che, se non si ama, può trascinare lo spirito in una galleria oscura. Con Lui ha vissuto, con Lui ha trasformato la sua passione in un canto nuziale".
Chiara Lubich
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"La sua è una testimonianza significativa in particolare per i giovani. Basta considerare come ha vissuto la malattia, vedere l’eco suscitata dalla sua morte. Non si poteva lasciar cadere un esempio di questa portata. C’è bisogno di santità anche oggi. C’è bisogno di aiutare a trovare un orientamento, uno scopo alla vita, aiutare i giovani a superare le loro insicurezze, la loro solitudine, i loro enigmi di fronte agli insuccessi, al dolore, alla morte. I discorsi teorici non li conquistano, ci vuole la testimonianza".
"Nei colloqui con lei notavo una maturità di gran lunga superiore alle giovani della sua età. Aveva colto l’essenziale del cristianesimo: Dio al primo posto; Gesù, con cui aveva un rapporto spontaneo, fraterno; Maria come esempio; la centralità dell’amore; la responsabilità di annunciare il vangelo. Tutto questo, collaudato dall’esperienza della sofferenza e della morte, non temuta ma attesa, ha reso la sua vicenda veramente singolare".
(Mons. Livio Maritano, vescovo di Acqui Terme, promotore della causa di beatificazione, intervistato da Aurora Nicosia, per Città Nuova) |
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