La via migliore per conoscere i nostri doveri è la meditazione delle Scritture ispirate da Dio.
Si trovano in esse le regole di condotta nell`agire e l`esposizione della vita degli uomini beati, proposte all`imitazione del buon operare, come immagini vive del comportamento voluto da Dio. Perciò, per quanto uno si senta difettoso, applicandosi continuamente a tale imitazione può trovare, come in una farmacia universale, la medicina adatta al proprio male.
Chi ama la castità rilegge continuamente la storia di Giuseppe e impara da lui l`agire virtuoso, trovando come non solo si astenga dal piacere, ma anche quanto sia saldo nella virtù.
Impara la fortezza invece da Giobbe: crollato tutto nella sua vita, diventato in un momento povero da ricco che era, solo da padre di molti figli, non solamente rimane uguale a se stesso, restando incrollabile nel proprio spirito, ma neppure si lascia smuovere dagli insulti degli amici, venuti per consolarlo, che esasperano invece il suo dolore.
Chi cerca il modo di essere insieme clemente e magnanimo, e usare così forza contro il peccato e clemenza verso gli uomini, troverà Davide: generoso nelle imprese di guerra, mite e calmo nel punire i nemici. Così anche Mosè: insorge con grande sdegno contro quelli che hanno peccato contro Dio, ma sopporta con animo mite le calunnie mosse contro di lui.
Come i pittori, che eseguono copie di quadri, guardano spesso all`originale cercando di trasferirne i tratti nella propria opera; così chi cerca di diventare perfetto in ogni virtù, deve sempre guardare la vita dei santi, come modelli vivi ed efficaci, e per imitazione, fare proprio il bene che in essa vi è.
Le preghiere che seguono la lettura, trovano l`anima ringiovanita e rinvigorita nell`amore verso Dio. E` buona la preghiera che imprime nell`anima una viva nozione di Dio. L`inabitazione di Dio in noi consiste nel tener presente, nella memoria, che lui risiede in noi. Diventiamo templi di Dio in questo modo: quando il nostro continuo ricordo non viene interrotto dalle preoccupazioni terrene e la nostra mente non viene turbata dalle passioni improvvise, quando cioè chi ama Dio fugge tutto e si rifugia in lui, cacciando ciò che lo invita alla passione smodata e attaccandosi alle pratiche che lo conducono alla virtù.
Basilio il Grande, Lettere, 2,3-4 (a Gregorio di Nazianzo) |