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A NESSUN AFRICANO MANCHI IL PANE QUOTIDIANO
 
 

Occorre rinnovare il modello di sviluppo globale in modo che sia capace di “includere tutti i popoli e non solamente quelli adeguatamente attrezzati”. Così, citando la sua ultima enciclica “Caritas in veritate” Benedetto XVI ha chiuso domenica 25 Ottobre, nella basilica di san Pietro, la seconda assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per l’Africa, ricordando che la globalizzazione “è una realtà umana” modificabile, e che la Chiesa “lavora con la sua concezione personalista e comunitaria, per orientare il processo in termini di relazionalità, di fraternità e di condivisione”.

Benedetto XVI:
La Chiesa si impegna anche ad operare, con ogni mezzo disponibile, perché a nessun africano manchi il pane quotidiano.


Dal Sinodo è uscito così l’invito a rafforzare l’impegno per l’evangelizzazione e la promozione umana, perché come ricordava Paolo VI nella “Populorum progressio”, solo la promozione di uno sviluppo rispettoso della culture locali e dell’ambiente è un grado di far uscire i popoli africani dalla schiavitù della fame e delle malattie.

E’ la fede il Cristo, ha spiegato ancora il Papa, quando bene intesa e praticata  a guidare gli uomini e i popoli alla libertà nella verità, e quindi alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace. Una Chiesa riconciliata, Famiglia di Dio senza divisioni etniche, linguistiche o culturali, “è potente lievito di riconciliazione nei singoli paesi e in tutto il Continente africano”.

Omelia conclusiva del Sinodo

 

Dal 4 al 25 ottobre 2009 è in svolgimento la Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi sul tema:

La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. 'Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo' (Mt 5, 13.14)”.

Dall'Agenzia S.I.R.

L’Africa delle guerre dimenticate, delle immense risorse che rappresentano una ricchezza ma anche la grande sfortuna del continente, costretto a subire sul suo territorio guerre decise da altri e combattute proprio in nome di quelle ricchezze. L’Africa che è quasi sempre raccontata per le sue povertà e malattie; per i conflitti etnici e la siccità; per la corruzione e la fame; per i bambini soldato. È a quest’Africa che papa Benedetto si rivolge aprendo, nella basilica vaticana di San Pietro, il secondo Sinodo dei vescovi per il continente, a 15 anni dal primo, voluto da papa Wojtyla nell’aprile del 1994. Tappa di “verifica e di rilancio”, come la definisce, che si trova a riflettere su tre parole chiave: riconciliazione, giustizia e pace.
Non sono le povertà e le ingiustizie che Benedetto XVI mette in evidenza: certo ci sono e non possono essere ignorate. Ma c’è un altro volto del continente che trova cittadinanza nelle parole pronunciate davanti ai 244 padri sinodali, e cioè il volto delle “ricchezze” spirituali che il continente può offrire all’occidente. L’Africa, dice il Papa, “rappresenta un immenso polmone spirituale, per un’umanità che appare in crisi di fede e di speranza”.


Il rischio oggi è che questo “polmone spirituale” possa ammalarsi; c’è un nuovo colonialismo – è finito sul piano politico, ma non è mai del tutto terminato, dice il Papa – che il continente rischia di subire, fatto di “pericolose patologie”, le chiama così, che stanno “intaccando” quel patrimonio spirituale e culturale di cui l’umanità ha bisogno ancor più delle materie prime. La prima patologia è “una malattia già diffusa nel mondo occidentale, cioè il materialismo pratico, combinato con il pensiero relativista e nichilista”. Il primo mondo sta, cioè, “esportando” e “ha esportato” quelli che il Papa definisce “tossici rifiuti spirituali, che contagiano le popolazioni di altri continenti, tra cui in particolare quelle africane”. Poi c’è un secondo “virus” che potrebbe colpire il continente, “il fondamentalismo religioso, mischiato con interessi politici ed economici. Gruppi che si rifanno a diverse appartenenze religiose si stanno diffondendo nel continente africano; lo fanno nel nome di Dio, ma secondo una logica opposta a quella divina, cioè insegnando e praticando non l’amore e il rispetto della libertà, ma l’intolleranza e la violenza”.

 

Leggi l'Omelia intera

 

Se vuoi seguire i Lavori del Sinodo: lo Speciale interattivo di Radio Vaticana

 

I dossier dell'Agenzia FIDES sull'Africa