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LE SUORE NELLA CHIESA
 
 

Il 21 novembre, memoria della Presentazione di Maria Vergine al Tempio, , si è celebrata la giornata “Pro Orantibus”.

 

"Sia affettuosa e orante la nostra presenza accanto alle Sorelle claustrali, che hanno scelto di vivere lontane dal tumulto di una società affannata e insoddisfatta, votate al silenzio, alla preghiera, al lavoro, nell’incessante ricerca dell’Assoluto" spiega suor Germana Conteri.  Se conosci qualche suora “di clausura” è questo il giorno giusto per offrire una preghiera per lei. “Loro” già lo fanno per “noi”…

 

450 MILA SUORE AL FRONTE

Spesso nei luoghi più disperati della Terra trovi soltanto loro. Nei bassifondi di Calcutta, tra le capanne dei villaggi africani, nei lebbrosari, nelle sterminate favelas delle metropoli sudamericane.

Anni fa, nella gigantesca bidonville del Cairo dove migliaia di persone convivono con cumuli di rifiuti, per bussare alla porta della casa di suor Emmanuelle (la religiosa francese morta quasi centenaria pochi giorni fa) dovemmo scavalcare un grosso maiale che dormiva beato in una pozza di fango ed escrementi. Pareva l'anticamera dell'inferno e invece era l'ultima barriera prima di incontrare un’oasi di amore e di pace. Attorno ci sono guerre, malattia, fame, sporcizia, disperazione, sofferenza. Poi spuntano loro e trovi un sorriso, pulizia, un pasto decente, medicine.

Senza le missionarie la vita di milioni di uomini, donne e bambini del Sud del mondo sarebbe ancora più difficile e complicata. Arrivano dove non trovi più i governi, i medici e le grandi organizzazioni internazionali. Sono un esercito senza armi. Le divise che indossano sono quelle degli ordini religiosi di appartenenza: Canossiane, Missionarie della carità, della Consolata, Antoniane, Saveriane, Salesiane, Piccole Sorelle di Maria Immacolata, Sorelle della Carità, Discepole di Cristo e via continuando. Ma a volte le riconosci solo per il piccolo crocefisso che portano appeso al collo.

Stando spesso in prima linea, si trovano facilmente esposte al pericolo. Come suor Maria Teresa Oliviero, 60 anni, e suor Caterina Giraudo, 67 anni, le due religiose del Movimento contemplativo di Padre Foucauld rapite qualche giorno fa al confine tra il Kenya e la Somalia.

 

"Si direbbe che le donne siano le più esposte e le più inermi", dice Gian Maria Vian, direttore dell'Osservatore Romano.

Sono numerosi i casi di suore e religiose che subiscono violenza. Possono essere violentate, torturate, rapite e nel peggiore dei casi assassinate. L'ultima suora italiana uccisa è stata Leonella Sgorbati, missionaria della Consolata, uccisa nel 2006 a Mogadiscio.

Prima di lei, sempre in Somalia, era caduta la missionaria laica Annalena Tonelli, uccisa nel 2003 all'interno dell'ospedale da lei stessa fondato. Secondo i dati raccolti dall'Agenzia Fides, fra il 1994 e il 2004 sono 181 le religiose e le laiche consacrate uccise nel mondo. L'anno più sanguinoso è stato il 1994.

Fu l'anno del genocidio in Rwanda, costato la vita a 65 religiose e a 30 laiche consacrate appartenenti a 11 diversi istituti. L'anno scorso una sola vittima nel mondo: suor Anne Thole, delle suore francescane della Sacra Famiglia, morta fra le fiamme di una casa ricovero per malati di Aids in Sudafrica.

Le donne sono le più esposte anche perché rappresentano ben l'80 per cento del personale impegnato nelle missioni. Secondo i dati più recenti, nel mondo le religiose missionarie sono 450.000, mentre il numero dei sacerdoti e religiosi ammonta a 113.000.

 

Le missionarie sono tante, ma è un esercito che invecchia. Nel numero di ottobre la rivista "Mondo e missione" (edita dal Pime, il Pontificio istituto missioni estere) ha messo in copertina un titolo provocatorio: "Missionari in via di estinzione?".

I dati dimostrano che i missionari sono sempre di meno e sempre più anziani. La crisi colpisce uomini e donne. E il peso dell'età si fa sentire. La maggioranza delle suore dell'Immacolata ha ormai superato i 60.

"I missionari italiani sembrano essere al lumicino", constata il mensile del Pime. Il problema è ben presente anche a Benedetto XVI, che nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale di quest'anno ha lamentato la "scarsità di clero e mancanza di vocazioni" che affliggono le diocesi e gli istituti di vita consacrata.

 

MA esistono anche le “altre” suore, quelle che vivono in mezzo alla gente, quelle del nostro asilo, dell’Oratorio, quelle che stanno negli ospedali: LE SUORE cosiddette di “Vita attiva”.

 

Si prega per le VOCAZIONI SACERDOTALI. Bene.

 

E per le Vocazioni delle SUORE?

 

Che sarebbe la Chiesa, l’Occidente, senza le Suore?