Dopo il fallimento della Washington Mutual, che si aggiunge ai fallimenti di banche e fondi americani delle settimane recenti, è ormai chiaro che ci troviamo di fronte alla crisi finanziaria più grave dopo quella del ventinove.
Basti pensare che la somma che Henry Paulson ha chiesto al Congresso americano di stanziare per rilevare e cancellare i titoli "tossici" delle banche ammonta a 700 miliardi di dollari, una cifra pari al 5 per cento del Pil degli Stati Uniti.
Siamo dunque vicini alla fine del capitalismo?
Forse no, ma è probabile che siamo di fronte alla fine di un certo capitalismo finanziario e speculativo - cresciuto troppo e male negli ultimi due decenni - di cui la crisi attuale è solo una (e non l'unica) eloquente espressione. Una crisi le cui cause hanno radici profonde, nel sistema finanziario ma anche negli stili di vita e di consumo.
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