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NEL CONDOMINIO

 

Suona il campanello di casa, apro e mi trovo con la signora del settimo piano (anziana, 78 anni, vedova, vive sola). Naturalmente molte altre volte ci siamo incontrate e parlato, non sempre però in maniera così profonda come dopo questo incontro.

Mi chiede se mi sento di praticarle un’iniezione per una cura che ha in corso (prima se ne occupava la figlia, ora in vacanza).

Con un po’ di titubanza, dato che non sono un’infermiera e la mia pratica è soltanto per qualche iniezione ai miei familiari nelle emergenze, accetto, visto anche la fiducia che la signora mi concede.

Mi reco a casa sua, faccio l’iniezione e, con questo, penso che tutto sia finito. Non è così: la signora incomincia a raccontare tante cose della sua vita, anche spirituale, e questo mi coinvolge.

Alla fine lei mi ringrazia e mi dice: “Mi raccomando, l’aspetto ancora perché devo finire la cura con altre iniezioni”. Mi impegno a ritornare tutte le mattine.

In cuor mio però penso di aver assunto un incarico più grande delle mie possibilità (anche per il tempo che ogni volta mi prenderà). Una volta mi può andar bene, ma dopo ….. se sbaglio in qualche cosa……. Cosa potrà succedere……

Mi faccio coraggio………..e tutto va bene. Va ancor meglio per quanto riguarda il rapporto che abbiamo stabilito, le confidenze sulla nostra vita spirituale, lo scambio di esperienze, ecc.

Scopro che è una donna meravigliosa che mi sta insegnando tanto.

Ora il mio impegno è terminato; posso dire di aver sperimentato QUANTO SI PUò RICEVERE quando SI  è  DISPOSTI  A  DARE!!

 

 

"Non ci indurre in tentazione"

 

Devo premettere che ho scoperto, proprio grazie a quello che ho vissuto e che racconterò, quanto è davvero maestra la Chiesa e quanto poco furba sono io a non averne approfittato in passato ed anche tuttora, almeno per quel che riguarda l'insegnamento, citato nel testo della Bibbia da Vivere di questo mese: "evitare le occasioni prossime di peccato".

Confesso che ho sempre avuto un atteggiamento di sufficienza di fronte a questo ammonimento, poichè confidavo nella mia capacità, alla fine, di fuggire il male ma mi sono sempre sbagliata e stavo per cascarci anche stavolta.

Accendere il televisore nelle sere d'estate talvolta ti mette davanti “occasioni prossime di peccato”: non c'è niente di interessante ma tu, pur di passare la sera, ti fermi un po' più del necessario davanti al film che è iniziato. Capisci subito che non ha un contenuto di valore, non è bello e continuerà a proporti una storia strampalata, densa di scene che offenderanno i tuoi sensi. Aspetti ancora un po' a spegnere, ma poi, finalmente e decisamente, lo fai. E magari, come è successo a me, ti accorgi, proprio per aver sfuggito una tentazione, di quella videocassetta che hai comprato qualche mese prima e che avevi lasciato addirittura in bella vista per ricordarti di guardarla. Sono i due tempi del film che la RAI ha realizzato su papa Giovanni XXIII, che non avevo visto quando la televisione le aveva mandate in onda, per altri impegni.

Era già tardi per il tempo che avevo sprecato prima con l'inizio di quel film spazzatura, ma sono rimasta alzata fino alla fine del film, presa com'ero dalla bellezza della vita di Papa Giovanni. Che dono quella sera.

Terminato il film mi è venuta subito in mente la Bibbia da Vivere: non l'avevo vissuta direttamente, poichè non era stato per averla ricordata che avevo rifiutato la visione di quel film. 

E tuttavia sono stata certa che la BdV del mese c'entrava in qualche modo con la mia decisione così fruttuosa: ho pensato che la grazia di Dio, per me, in quel momento era arrivata perchè la mia comunità stava vivendo proprio quella frase del Padre Nostro: qualcuno la stava vivendo e per quel qualcuno anch'io ne ho tratto beneficio.

Non dimenticherò questa esperienza e, soprattutto, sono convinta che l'ammonimento "evitare le occasioni prossime di peccato" adesso mi accompagnerà più direttamente di prima e anche che “farsi santi insieme”, oltre che bello, è davvero un dono inestimabile.

Un grazie a tutti quelli che vivono la Bibbia da Vivere nella nostra comunità.

 

 

In due c’è più forza

 

Sono al lavoro, in ospedale, squilla il telefono e sento " Ciao sono la ... ". So che mi chiama per sapere l'esito dell'esame fatto in mattinata e, come sempre, il mio cuore spera. Spera di dirle che quel valore si è alzato. Invece no, il valore è sceso ed io sono lì, davanti al video e devo dirglielo. In quel momento il mio cuore fa bum-bum, ha come un tonfo mentre la mia voce scandisce il valore. È  difficile, eppure lo devo fare ed in quel momento mi prende il magone ma nello stesso tempo cerco di farle coraggio.

In due c'è più forza! A volte mi pesa quel senso di "impotenza" ma questo mi fa riflettere. Lei è mia amica, lei sa quanto mi sta a cuore, e allora mi dico che forse è meglio così, che sia io a dirglielo e non un semplice e sterile foglio di carta o la voce piatta di un infermiere che non ti conosce. L'amicizia nel bene, come quando le è nata la bimba, nel dolore come oggi. L' amicizia, sempre.

Oggi è così, domani come sarà? Non lo so io, non lo sa nemmeno lei. L'importante è essere con lei a gioire o piangere, ma insieme.

Mi accorgo sempre più spesso come, fermandomi a pensare, ogni cosa che faccio nella giornata abbia un suo valore, piccolo o grande. Mi accorgo come è importante fermarsi.

Ti ringrazio, ciao don.

 

 

Senza televisore

 

Ogni giorno mi trovo ad affrontare problemi organizzativi e tantissimo lavoro burocratico. Questo, naturalmente, rientra nel ruolo professionale che attualmente svolgo.

Talvolta però questo genera un po' di pesantezza in me; l'amore a Gesù Crocifisso ed Abbandonato, che vedo presente anche nel mio lavoro, mi aiuta a superare la fatica; ed ogni tanto arrivano anche i risultati....

Due anni fa nel locale-ufficio mio e degli infermieri si sono rotte irreparabilmente due poltroncine da ufficio; subito mi sono attivata per averne la sostituzione (rimanevano solo due sedie normali, insufficienti per l'attività che normalmente si svolge in quel locale). Le sedie sono arrivate un paio di mesi fa con mia grande sorpresa, non ci speravo più (avevo naturalmente sollecitato l'ordine all'ufficio competente numerose volte, recandomi anche a volte di persona). Così è per tante altre cose.

Al Centro Riabilitativo Terapeutico di ..... si è rotto dallo scorso anno il televisore che utilizzano i degenti; sono riusciti a recuperare un televisore usato più piccolo che però, da diversi mesi, trasmette un'immagine scura e poco definita. L'Azienda ha negato il nulla osta per l'acquisto di un nuovo televisore: non so di preciso con quali motivazioni.

Parlando con ...... sono venuta a sapere che nella scuola dove lei lavorava era disponibile un televisore (utilizzato dalla scuola solo come monitor) che poteva essere ceduto gratuitamente. Le ho spiegato il problema ma lei doveva partire il giorno successivo per le vacanze e non faceva in tempo a recuperare il televisore. Suo marito, appena saputa la cosa, si è subito reso disponibile per recuperare il televisore dicendo: "Quelle persone non possono rimanere ancora più di un mese senza televisore".

Così un paio di giorni dopo sono andata a consegnare il televisore che aveva le esatte dimensioni del vecchio televisore ormai rotto.

Tutti sono rimasti sorpresi dall'inaspettato dono, soprattutto gli operatori che non credevano possibile tale gratuità al giorno d'oggi.

Condivido con te queste piccole esperienze di vita, perché mi fa bene leggere quelle degli altri che tu mi invii.

Ciao.

 

 

“Siate sottomessi gli uni agli altri”

 

Ciao don, ti racconto una piccola ma significativa esperienza.
Questa mattina, dovendomi recare in un negozio per una commissione, parcheggiai l'auto in una via a ridosso del marciapiede.
Considerati i pochi minuti della sosta e la scarsa assenza di traffico in quella zona, decisi di lasciarla come avevo fatto altre volte.
Da una panchina vicina, dov'era seduto, si alzò un signore anziano che, avvicinandosi, mi disse in tono polemico: "Non è quello il posto giusto per parcheggiare la macchina!".
Io, ricordandomi dell'insegnamento della prima lettura della messa "Siate sottomessi gli uni agli altri", che tu stesso hai invitato a vivere almeno oggi, senza fiatare e in atteggiamento di completa obbedienza, portai l'auto in un parcheggio adeguato.
Lo stupore di quell'uomo fu tale che rimase ammutolito e inebetito a fissarmi per alcuni istanti.
All'uscita dal negozio mi rincorse per elencarmi mille giustificazioni, quasi per scusarsi per avermi mosso quel rimprovero.
Grazie don per questi efficacissimi suggerimenti quotidiani che mi aiutano a crescere e a capire che è un vero "peccato" perdere la Messa quotidiana.
Forse con i dovuti allenamenti (anche nella fede) tutto risulterà più facile e spontaneo.
Ringrazio Dio che mi da la possibilità di vivere questi insegnamenti con AMORE per LUI.

 

 

SOCCORSO STRADALE

 

I ragazzi dell’Oratorio (molto pochi) con il Don sono partiti con un pulmino per un viaggio-vacanza. Sono previsti circa 3000 Km. da percorrere passando per la Svizzera, la Normandia e la Bretagna.

Come è “normale” la mamma ed il papà aspettano con ansia le notizie del viaggio, soprattutto il primo giorno, soprattutto per  il tempo pessimo.

Finalmente alle 21 circa arriva la telefonata….con la non bella novità: il pulmino si è rotto. Si trovano a 230 Km. da casa e non riescono a trovare una soluzione, che non sia troppo costosa, per proseguire, anzi, la prospettiva è di fare ritorno a casa in treno, perdendo così tutti i soldi già spesi per le prenotazioni dei pernottamenti.

Dopo un primo momento di sbigottimento, con mia moglie e soprattutto con l’altro figlio maggiore, abbiamo elaborato un piano di … soccorso: portare due auto (più una terza per il nostro ritorno) da loro subito il giorno dopo, di buon mattino così che possano proseguire.

Il tempo continua ad essere pessimo, però le previsioni danno miglioramento soprattutto verso la Francia. Vale le pena di provarci.

Trovate le tre auto, abbiamo telefonato per comunicare che ci saremmo visti la mattina dopo con i soccorsi.

Il viaggio è stato difficoltoso sia per il traffico (era un sabato di grande esodo) che per il maltempo. Siamo comunque arrivati all’appuntamento (accompagnati da tanti “Gloria al Padre...”) accolti da una festosa gazzarra (cosa rara in un paesino svizzero, tanto che ci guardavano con un certo stupore), ma soprattutto ho potuto vedere l’atteggiamento di gratitudine e, in alcuni, di commozione: potevano proseguire il viaggio che, per loro, rappresentava la vacanza più attesa.

Confesso che anche per me è stato un momento di commozione e di gioia.

Dopo pochi giorni riceviamo una cartolina da Mont Saint Michel con scritto: “Senza di voi non avremmo potuto visitarlo (la mamma è sempre la mamma e il papà non è da meno) è MAGNIFICO. Grazie”

Sarà anche poca cosa, ma la felicità di quei ragazzi mi sarà presente per tanto.

 

 

Una torta

 

Ciao, mi credi se ti dico che una piccola torta può renderti felice?

Può renderti felice e farti pensare a quanto sia difficile ma bello liberarsi da tanti giudizi e pre-giudizi.

Quanto sia bello capire, finalmente, che a volte sei tu a non accettare l'amicizia che una persona ti offriva, barricandoti dietro a cose lontane nel tempo, a idee tutte tue.

C'è voluta una piccola torta a forma di cuore e fatta col cuore, con due candeline  sopra, per farmi pensare, per farmi capire che quella persona mi voleva bene e me lo stava dimostrando. 

Ho iniziato a parlare con lei, abbiamo parlato di tante cose, ci siamo ricordate insieme di tanti momenti belli, allegri, di tanti altri tristi, come due vecchie amiche.

Io non la "sopportavo"  per una cosa vecchia, detta da lei tanto tempo fa in un momento per me difficile. Sono contenta adesso di aver "trovato" mia cognata.

 

Vedi quanti bellissimi doni sto ricevendo? Sai che è veramente una grazia il riuscire a capire, a vedere le cose in modo così diverso? 

è perché sto cambiando io?  Chi sono? ... Sai che non mi sto riconoscendo più?  Positivamente, certo.....

 

 P.S. Ho trovato la mia frase, il mio slogan:

"Lo Spirito Santo consuma e trasforma chi si consegna all' Amore" ( S. Giovanni della Croce).

 

 

Preghiera ai pasti

 

Quando si parla dell'importanza dell'esempio dato in famiglia: Paolo ed io diciamo la preghiera di ringraziamento prima dei pasti e aggiungiamo una preghiera che cambiamo tutti i giorni per chiedere a Dio di proteggere gli amici, o i nostri genitori, o don Ambrogio, i bimbi in ospedale, chi nel nostro cuore sembra averne più bisogno in quel momento. La cosa bella è che in questi momenti Gabriele che è seduto nel suo seggiolone vicino a noi a combinarne di tutti i colori, si immobilizza e zittisce e ci guarda dal momento in cui facciamo il segno di croce all'inizio a quando lo ripetiamo alla fine della preghiera, senza aprire bocca e con l'aria di aver compreso che è un momento speciale per la famiglia. Quello che sento nel cuore guardandolo in quei momenti non ha parole adatte a descriverlo....