Condividere fa bene a noi stessi, anzitutto, perché ci tiene costantemente attenti a quanto avviene "dentro" di noi nel cogliere il "passaggio di Dio" nella nostra anima e poi anche perché ci tiene costantemente "fuori di noi" (quanto tempo occorre per scrivere! Tant'è vero che molti dicono che non hanno tempo....)

Ma CONDIVIDERE fa bene anche ad altri che raccolgono il frutto del nostro "spenderci" e lentamente ne apprendono lo stile.....

Certo, per dirla tutta, qualche volta può sfiorarci il pensiero che anche questo è un modo per "metterci in mostra": non lo escludo ed anzi talora questo può anche avvenire (l'animo umano è sempre così complesso!).  Ma io, personalmente, supero questo pensiero offrendo a Gesù anche il mio peccato  ("Gesù, correggi tu il mio cuore, perdonami, raddrizzami nel mio intimo") e raddoppiando il mio atto d'amore a Lui ed al fratello ("O Gesù, non avvenga che il pensiero di eventuale superbia spenga e soffochi addirittura sul nascere la generosità del dono").

Mi sembrano estremamente illuminanti e confortanti un paio di frasi di Chiara Lubich:

"Per noi le notizie dei fratelli sono un potentissimo cemento d'unione. Questo lo sappiamo: ma forse lo capiremmo meglio se questa circolazione di notizie mancasse. Allora vedremmo come viene meno la stessa vita spirituale.

Le notizie infatti sono un elemento di sprone e di reciproca edificazione. Noi non sappiamo quanto siamo sostenuti dagli altri, soprattutto quando fra noi e loro c'è Gesù in mezzo".

Qualche mia considerazione:

• noto che Chiara parla di notizie,  addirittura! E che sarà delle esperienze e testimonianze? 
• Chiara lega la riuscita od il fallimento stesso della vita spirituale alla comunione tra fratelli, che si attua anche con la condivisione. Sarebbe interessante rifletterci: d'altra parte lo sperimentiamo nella nostra stessa vita, quanto "dobbiamo" al fratello ed alla sua vita che ci dona....
• infatti le "cose belle" raccontate dal fratello sono un aiuto, uno sprone anche per noi. E, certamente, noi non riusciamo nemmeno ad immaginare dove "vanno  a finire" le cose belle che noi doniamo agli altri.... Coraggio, doniamo, buttiamoci a condividere le cose belle che il Signore ci regala: non sono mai per noi soli!  Proprio come Maria che non ebbe timore di donare la sua anima, nel "Magnificat"... 
• Beato chi incontra nella sua vita maestri dello Spirito: riceve da Dio un dono raro! Possa avvenire quello che dice il Siracide: "Se vedi una persona saggia, va presto da lei: il tuo piede logori i gradini della sua porta" (Sir 6,36) 
• Non abbandoniamo i Maestri ed i loro Carismi che Dio ci ha concesso di seguire, così anche tutti gli altri Carismi di cui la Trinità ha seminato il mondo e che la Provvidenza ci permette di sfiorare!  Non temiamo di disperderci, mentre "prendiamo" da tutti! Saremmo, così, come l'ape che si posa su tutti i fiori per prendere da ciascuno il polline che poi rielaborerà nel dolcissimo miele a nutrimento suo, dell'alveare, dell'uomo! Fcendo attenzione a non essere una farfalla, che si posa su tutti i fiori, svolazzando qua e là, senza "portare a casa" nulla nè per sè nè per la sua comunità....