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10 Aprile 2004 - Sabato Santo

 

Sono le 15.00: finalmente sono in chiesa. E’ il giorno dell’attesa, è il giorno di passaggio dal dolore alla gioia. Ho organizzato la giornata in modo da avere del tempo da dedicare a Dio solo.

Non ho nulla con me da meditare perché voglio usufruire dei libretti messi a disposizione alla comunità dove sono riportate tutte le letture e la liturgia della Settimana Santa.

Mi inginocchio presso il “sepolcro” e subito dopo mi assesto su una panchina, ma mi accorgo che dei libretti non c’è nemmeno l’ombra. Forse sono stati ritirati! Fatto sta che io non so più cosa meditare e ciò inizia a mettermi un po’ a disagio.

 

Cerco di fare il vuoto dentro di me, di fare silenzio nel mio cuore, ma niente! Più ci tento e più i pensieri si accavallano e si fanno avanti “prepotenti”. Mi distraggo in continuazione, inizio a guardare la gente presente in chiesa, quelli che pregano, quelli che si confessano, quelli che baciano la croce. Niente da fare… Chiedo a Maria di aiutarmi: forse dicendo il Rosario riuscirò a mettermi in quel clima di adorazione e preghiera che tanto aspettavo di vivere. Dopo tre Ave Maria, i miei pensieri sono gia altrove. Mi vergogno tremendamente: inizio a guardare il Crocifisso e non mi sfiora nemmeno una minima commozione che possa aiutarmi a dialogare un po’ con Gesù.

 

Da una parte volevo andarmene, dall’altra non riuscivo ad alzarmi e allontanarmi: qualcosa mi tratteneva fortemente lì davanti al sepolcro. Erano passati tre quarti d’ora!!

Poi non so come, ormai delusissima da questa povertà, da questa miseria che sentivo dentro di me per l’incapacità di stare con il Signore, ho preso tra le mani il libro “Cuore a cuore”.

Ho aperto le ultime pagine dove sono riportati  alcuni bellissimi canti e scorgendoli velocemente mi fermo su uno in particolare: “Se m’accogli”. Lo leggo:

 

Tra le mani non ho niente, spero che mi accoglierai:

spero solo di restare accanto a te.

Sono ricco solamente dell’amore che mi dai;

è per quelli che non l’hanno avuto mai

 

Se m’accogli, mio Signore altro non ti chiederò,

e per sempre la tua strada  la mia strada resterà.

Nella gioia, nel dolore, fino a quando tu vorrai,

 con la mano nella tua camminerò.

 

Un tuffo al cuore! Tutta la mia miseria, la mia povertà stava trovando un senso! Gesù nel sepolcro, mi stava chiedendo di donare tutto ciò a Lui. E’ per questo che è morto per noi! Io non ho nulla da offrirgli se non l’amore che Lui stesso mi dona. Ho iniziato a piangere! Lacrime per un Dio che mi ama così profondamente.

Mi ha dato la gioia di vivere un forte momento di unione e dialogo intimo con lui e ho compreso che solo ciò conta veramente: sapere che tutto viene da Dio e tutto torna a Dio. Ti prego, ho pensato, aiutami a vivere sempre così unita a te! E quasi non mi accorgevo che questa unione bellissima gia me la stava regalando in quel momento!

 

Sì, l’unione con Dio, solo questo deve essere il mio desiderio…

Il saluto di una persona mi richiama alla realtà… E’ passato un quarto d’ora di intenso rapporto con la Trinità, che mi ha riempito il cuore e fatto risorgere.

Torno a casa e racconto tutto a mio marito, la mia gioia non posso che condividerla…

 

 

... UN PICCOLO ANGOLO DI PARADISO!

 

Caro don Ambrogio,
ti racconto un'esperienza di qualche giorno fa.
Sollecitata dai tuoi continui inviti a far visita a una persona anziana, mi sono decisa.
Guardando dalla finestra di casa mia, vedevo spesso nel cortile della propria abitazione un signore anziano che si occupava del piccolo giardino di casa, o a passeggio nei dintorni.
Da parecchio tempo non lo vedo più. Ogni volta che mi affaccio alla finestra, il pensiero di quella persona si ripropone e mi viene il desiderio di andare a trovarlo.
Mi dico: “Ogni ispirazione è una responsabilità”, e mi decido a suonare alla sua porta.
Appena mi vede mi riconosce, mi saluta affabilmente e mi  chiede:" Ha bisogno? " Sono venuta a farle visita perché non la vedo da parecchio tempo”. Un sorriso felice gli illumina il viso. In quella piacevole conversazione ci siamo accorti entrambi di avere creato per un attimo un piccolo angolo di paradiso.

 

 

IL CROCIFISSO

"Stavo preparando, con i miei figli, il pranzo natalizio, quando ho sentito delle forti fitte all'addome. Aumentando i dolori, ho dovuto portare i bambini da mia cognata e poi mio marito mi ha accompagnata in ospedale.

Mi hanno portato nella sala visite del reparto e nel momento in cui mio marito è andato a spostare la macchina, anche il medico e l'infermiera sono usciti: mi sono sentita completamente sola.

Ho provato un senso di smarrimento e di abbandono.

In quel momento ho alzato gli occhi, ho visto il Crocifisso e mi è tornata alla mente una frase che avevo sentito tante volte, ma che solo allora ho sentito mia: 'Dio è sempre con me'.

Ho sentito subito un senso di conforto. Mi sono messa a pregarLo, affidandomi a Lui.

Con la flebo nel braccio mi hanno accompagnata a letto ed anche lì avevo proprio di fronte un altro Crocifisso. Da quel momento ho incominciato a dialogare con Gesù, chiedendogli la forza di accettare quello che mi stava succedendo.

Era la vigilia di Natale. Avevo in me il pensiero del miei bambini, di mio marito e dei miei parenti con cui avrei festeggiato... ma ero nella pace. Anche i dolori sono passati.

I medici allora hanno deciso di mandarmi a casa per Natale, dopo avermi fatto un'ecografia ed un esame...

Dopo le feste, a causa del riacutizzarsi dei dolori sono dovuta tornare d'urgenza in ospedale: lì hanno deciso di operarmi.

Alla visita di preparazione all'operazione, sono stata trattata un po' sbrigativamente: infatti pensavano che non avessi assolutamente niente, e che i dolori fossero una mia fissazione.

In quel momento ho provato un gran senso di umiliazione, e solo guardando il Crocifisso sono riuscita a non piangere.

Poi sono stata operata. Tutto è andato bene.

Durante la degenza postoperatoria avevo, nel letto vicino, una paziente che avrebbe dovuto essere operata; vedendo l'affiatamento che avevo con mio marito, il mio stare nella serenità, lei si è molto meravigliata e mi ha chiesto di che religione fossimo. lo ho risposto semplicemente che siamo cristiani e che cerchiamo di vivere insieme il Vangelo.

Questa esperienza mi ha segnato profondamente: è cambiato il rapporto che io ho con me stessa, perchè ho la certezza dell'amore di Dio per me.

Devo anche ringraziare chi ha avuto I'idea di mettere in ogni stanza dell'ospedale un Crocifisso, perchè è un'occasione grande di dialogo e di conforto per chi sta soffrendo".