Le domeniche come un prisma
Intervista a monsignor Luigi Manganini, Pro-presidente della Congregazione del rito ambrosiano, sul nuovo Lezionario: «Abbiamo pensato di recuperare la nostra tradizione e di rinnovarla dal punto di vista pastorale»
di Luisa BOVE
Ci sono voluti oltre 30 anni prima di avere un nuovo Lezionario ambrosiano non più “ad experimentum”. La lunga attesa, assicura monsignor Luigi Manganini, Pro-presidente della Congregazione del rito ambrosiano, non è dovuta al fatto che ci sono voluti tanti anno di lavoro, ma per «inerzia». Insomma: «Abbiamo continuato a utilizzare il testo predisposto nel 1976 dimenticando che era provvisorio. Ha iniziato il Sinodo 47° nel 1995 a dire che bisognava completare la riforma liturgica e in particolare il Lezionario».
E poi? La decisione fu presa con il cardinal Tettamanzi durante una riunione a Esino del Consiglio episcopale milanese nel 2003. La Congregazione ha recuperato il lavoro precedente e l’ha rivisto completamente. Poi c’è stata la presentazione del progetto al Consiglio presbiterale e a tutti i preti girando nei decanati, fino ad arrivare alla “recognitio” con la Sede apostolica.
Perché dite che il Lezionario darà “nuovo impulso alla vita liturgica e all’azione pastorale”? Perché la presentazione di letture appropriate può aiutare il cammino di fede e quindi la proposta pastorale. In particolare il nostro Lezionario ha una caratteristica: è complementare a quello romano, cioè è impostato secondo una modalità catechistica e mistagogica. Le letture vengono scelte in base alla celebrazione, non solo nelle grandi feste, come il Natale, ma anche nelle domeniche e nel tempo ordinario. Abbiamo pensato di recuperare la nostra tradizione e di rinnovarla dal punto di vista pastorale.
Esisteranno anche le domeniche a tema. Di che cosa si tratta? Le domeniche tematiche ripresentano con chiarezza il mistero di Cristo. La liturgia non è il ricordo di un fatto passato, ma immersione nella Pasqua di Cristo, sia pure da un’angolatura particolare. È come un prisma: da una parte entra la luce bianca e ne esce con tutti i colori. Il mistero pasquale è sempre lo stesso, ma ogni domenica la liturgia ne rifrange un aspetto in particolare.
Anche le celebrazioni prefestive avranno un’accentuazione diversa? Sì, esatto. E questo è molto importante dal punto di vista tradizionale, perché noi abbiamo sempre celebrato le grandi feste a partire dalle vigilie. La messa prefestiva del sabato sera non è un ripiego, ma l’ingresso nel giorno del Signore. È quindi una messa festiva a carattere vigiliare.
I fedeli come saranno aiutati a cogliere la novità? Da una serie di pubblicazioni anche on line sul portale della diocesi. Poi stamperemo dei messalini, inizialmente usciranno periodicamente, in seguito avremo il volume completo. Così i fedeli potranno piano piano prepararsi.
|