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CONCLUSO IL SINODO SULLA PAROLA DI DIO
 
 

Il dopo Sinodo

 

Da una pastorale biblica a un'animazione biblica della pastorale

 

26 Ottobre 2008

 

Omelia conclusiva di Benedetto XVI

 

25 Ottobre 2008

 

Le Proposizioni approvate dal Sinodo per il Papa

 

 

Insieme sotto la guida della Parola di Dio

 

Una "polifonia della fede", e "una scuola dell’ascolto". Benedetto X­VI ha voluto inquadrare così l’esperienza del Sinodo che oggi, dopo tre settimane di lavori, si concluderà con la solenne concelebrazione eucaristi­ca in San Pietro presieduta dal Papa.
Così, se il "Sino­do sta per fini­re" , ciò che "continua" è "il camminare in­sieme sotto la guida della Pa­rola di Dio".

 

"L’ Instrumen­tum laboris – ha osservato Bene­detto XVI – ave­va parlato della polifonia delle Sacre Scritture. E mi sembra possiamo di­re che adesso, nei contributi di questo Si­nodo, abbiamo anche sentito una bella polifonia della fede, una sinfonia della fe­de, con tanti contributi, anche da parte dei delegati fraterni". Nello stesso tempo, l’Assemblea "è stata anche una scuola del­l’ascolto. Abbiamo ascoltato gli uni gli al­tri. È stato un ascolto reciproco. E proprio ascoltandoci gli uni gli altri abbiamo im­parato meglio ad ascoltare la Parola di Dio. Solo alla luce delle diverse realtà della no­stra vita, solo nel confronto con la realtà di ogni giorno, si scoprono le potenzialità, le ricchezze nascoste della Parola di Dio. Vediamo che nel confronto con la realtà si apre in modo nuovo anche il senso della Parola che ci è donata nelle Sacre Scrittu­re".

 

Ed è in questo modo, per il Pontefice, che "siamo realmente arricchiti. Abbiamo vi­sto – ha aggiunto – che nessuna medita­zione, nessuna riflessione scientifica può da sé tirare fuori da questa Parola di Dio tutti i tesori, tutte le potenzialità che si sco­prono solo nella storia di ogni vita. Non so se il Sinodo è stato più interessante o edi­ficante. In ogni caso è stato commovente. Siamo arricchiti da questo ascolto reci­proco. Nell’ascoltare l’altro, ascoltiamo meglio anche il Signore stesso. E in que­sto dialogo dell’ascoltare impariamo poi la realtà più profonda, l’obbedienza alla Parola di Dio, la conformazione del nostro pensiero, della nostra volontà al pensiero e alla volontà di Dio. Un’obbedienza che non è attacco alla libertà ma sviluppa tut­te le possibilità della nostra libertà".

"Adesso – ha concluso Papa Ratzinger – dobbiamo cominciare a elaborare il do­cumento postsinodale con l’aiuto di tutti questi testi. Sarà anche questa una scuo­la di ascolto. In questo senso rimaniamo insieme, ascoltiamo tutte le voci degli al­tri. E vediamo che solo se l’altro mi legge la Scrittura, io posso entrare nella ric­chezza della Scrittura. Abbiamo sempre bisogno di questo dialogo, di ascoltare la Scrittura letta dall’altro nella sua prospet­tiva, nella sua visione, per imparare insie­me la ricchezza di questo dono".

 

24 Ottobre 2008

 

I quattro momenti della “lectio divina”

 

Il Messaggio del Sinodo, l'invito a un “viaggio spirituale”

 

Messaggio al popolo di Dio - testo integrale

 

Messaggio al popolo di Dio - riassunto

 

 

Più che “professionisti”, “amatori” della Scrittura

 

Lo ha affermato il Cardinale Godfried Danneels, Primate del Belgio in una intervista concessa alla rivista “30Giorni”, nella quale ha parlato principalmente del tema al centro del Sinodo dei Vescovi.

“La Bibbia, la Sacra Scrittura non è un testo. È la Parola viva che è stata pronunciata in Gesù, e che continua a essere pronunciata in Gesù da Dio. Dunque è il contatto, l’incontro con una persona che è viva, che continua a essere presente e a rivelarsi operando … la Sacra Scrittura è il racconto della storia di Dio con gli uomini. Rivela cosa Dio vuole riguardo agli uomini. E questo, Dio non lo esprime per concetti, per filosofie, per pensieri, ma per fatti. In questi fatti è la rivelazione di Dio”.

“Questo è il metodo con cui Dio entra nella storia umana con tutte le imperfezioni, le avventure, le tragedie, ma anche le buone cose che ci sono nel cuore degli uomini. È l’immensa umiliazione di Dio per adattarsi a noi … la Scrittura è forse il luogo dove è possibile a tutti percepire e porsi con tutta semplicità davanti al mistero dell’incarnazione del Verbo divino”, perché “ne rappresenta la manifestazione più semplice”.

Secondo il porporato, tuttavia, la lettura della Sacra Scrittura non è di per sé la sorgente dell’inizio della fede, anche se “il contatto con la Parola viva e soprattutto predicata può essere normalmente l’occasione per l’inizio della fede. Lì passa qualcosa tra Dio e me. La Parola non scritta, ma predicata e confessata”.

Infatti, ha continuato, la fede “non è un rapporto in primo luogo cognitivo”, “è un rapporto di innamoramento, non di conoscenza. C’è anche conoscenza, perché non si può amare ciò che non si incontra e non viene riconosciuto”.

Tuttavia, ha spiegato, “non si è cristiani per le conclusioni di un ragionamento esatto, per una dimostrazione di verità”.

“Questo vale anche per la Bibbia – ha precisato –. Lo scopo della Bibbia non è innanzitutto quello di fornire istruzioni e informazioni. Ma raccontare i continui ricominciamenti, le continue riprese della pazienza di Dio con noi uomini”.

“La Parola di Dio è tutta imballata nella dolcezza, nella tenerezza, nell’umiltà”, ha detto Cardinale Godfried Danneels, se “gli uomini non la ‘scartano’, e non scoprono la promessa che contiene […] la lasciano lì, chiusa in sé stessa”.

 

 

23 Ottobre 2008

Il Cardinale Odilo Scherer commenta un tema ricorrente al Sinodo

“La Parola di Dio, in ultima analisi, è lo stesso Cristo, Verbo/Parola di Dio che si è fatto 'carne' ed è venuto ad abitare in mezzo a noi e che rimane vivo nella Chiesa, suo 'corpo'; per l'azione dello Spirito Santo, la Parola della salvezza continua ad essere viva nella Chiesa e si rivolge senza sosta al mondo e alle persone”.

 

Cos'è il Sinodo?

 

 

 

22 Ottobre 2008

 

Il Sinodo della Parola, Sinodo della comunicazione

 

"Niente altro unisce le Chiese e le comunità cristiane come lo fa la Bibbia" è una delle affermazioi contenute nell'intervento scritto consegnato al Sinodo dei Vescovi dal Cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani. "Malgrado tutte le tristi divisioni nella storia della Chiesa la parola di Dio testimoniata soprattutto nella Sacra Scrittura tuttora è rimasta la eredità comune".

"Essa è veramente il legame ecumenico par exellence. Perciò la Bibbia è la base del dialogo ecumenico e lo strumento principale del dialogo ecumenico sia sull'aspetto dottrinale sia spirituale e pastorale".

 

Nella sintesi del testo scritto consegnato dall'Arcivescovo Rade Sladojević Fotije di Dalmazia (Croazia), rappresentante della Chiesa ortodossa di Serbia presso il Sinodo, si chiede di non fermarsi a una lettura accademica della Scrittura.

"Ciò di cui il mondo d'oggi ha assolutamente bisogno sono testimoni (martiri) autentici della Sacra Scrittura, le cui vite rendono testimonianza alla realtà della stessa", ha osservato.

Citando uno degli autori preferiti da Benedetto XVI, Sant'Agostino, ha aggiunto: "Nella preghiera parliamo con Dio, ma nella Sacra Scrittura Dio parla con noi".

 

 

21 Ottobre 2008

 

 

Interventi degli uditori al Sinodo nella mattina del 21 ottobre

 

Il Sinodo promuove una “conversione pastorale”

 

Il Sinodo presenta 53 proposizioni

 

 

20 Ottobre 2008

 

Il messaggio più bello proposto da un Sinodo

 

 “Preparantur Propositionum”, o...

 

 

18 Ottobre 2008

 

Il Patriarca di Costantinopoli fa "toccare" la Parola al Papa e al Sinodo - DOWNLOAD

Nel suggestivo scenario della Cappella Sistina, sotto le volte del Giudizio Universale, il Papa e i vescovi partecipanti al Sinodo hanno pregato i Vespri in occasione della partecipazione del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I all’assemblea del Sinodo.

Il papa ha introdotto la celebrazione ed al termine di questa ha salutato il Patriarca, ringraziandolo per la sua presenza. Bartolomeo I ha svolto un’ampia ed intensa riflessione sul significato della Parola di Dio ed ha richiamato la necessità di un impegno comune dei credenti in Cristo sulla strada della giustizia, della lotta alla povertà, del rispetto dell’ambiente.

 

 

ANIYANKUNJU (INDIA), “I GENITORI SONO I PRIMI EDUCATORI NELLA FEDE”

L’importanza del ruolo dei genitori è stata sottolineata nell’intervento – in qualità di uditore – di Ponpuzhakottayil Cherian Aniyankunju, portavoce dell'arcidiocesi di Changanacherry dei siro-malabaresi (India). “Il Concilio – ha detto – insegna che i genitori sono i primi educatori nella fede dei loro figli. Spetta a loro far conoscere la Parola di Dio ai bambini”. Diviene dunque fondamentale “dare ai laici una speciale formazione teologica, liturgica e biblica”.

 

Le lettere della parola “Amen”, al centro dell’intervento di Michel Jorrot, abate dell'abbazia benedettina di Clervaux (Lussemburgo). “A” come “Abba” – ha detto – come “colui che vuole che tutti gli uomini siano salvati”. “M” come “memoriale” inteso sia come “sacramentalità della Parola” sia come “memorizzazione”. “E” come “spiegazione (explication)” poiché “la Parola si rivolge all’intelligenza della fede”. “N” come “nutrimento. La Lectio Divina non è riservata solo ai monaci, questo nutrimento permette di diventare ciò che si ascolta”.

 

Lo sforzo quotidiano dell’evangelizzazione è stato sottolineato da suor Janice Soluk, ucraina, superiora generale delle Ancelle della Beata Vergine Maria Immacolata. In una terra in cui la Bibbia è stata bandita per anni, l’Ucraina, le suore “stanno di nuovo insegnando ai bambini, ai giovani e agli adulti, come usare la Scrittura, leggerla e pregarla”.

 

 

 

17 Ottobre 2008

 

Il Sinodo ascolta l'esperienza di movimenti e nuove comunità

 

Una docente russa racconta la sua scoperta di Dio attraverso l'arte

 

Nelle omelie, no a opinioni personali: è la Chiesa che insegna

 

Riassunti delle relazioni al Sinodo dei Circoli minori

 

Interventi "in Scriptis" dei Padri sinodali

 

 

Cultura di saggezza

Il Cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, traendo spunto dalla Costituzione Dogmatica del Concilio Vaticano II Lumen Gentium, ha parlato del ruolo fondamentale del Vescovo come “araldo della Parola di Dio, un autentico dottore, investito dell'autorità di Cristo, una persona che sottolinea la Parola e la trasmette agli altri; un maestro che tiene fede alla sua parola, un testimone che la proclama anche con l'esempio della propria vita”.

Il porporato ha terminato la sua presentazione lasciando un'immagine molto avvincente: ha evocato il momento significativo durante la cerimonia dell'ordinazione episcopale in cui il libro aperto del Vangelo viene alzato sulla testa del Vescovo appena ordinato, che è inginocchiato di fronte a questo. Il porporato ha aggiunto che tutto il ministero episcopale è posto sotto la Parola di Dio, con l'unico scopo di annunciare la Parola, proclamarla e viverla fedelmente.

L'immagine del libro del Vangelo aperto, ha osservato, suggerisce un tetto posto su una casa: “La Parola di Dio è per (noi) Vescovi la casa dalla quale usciamo ogni mattina per andare a incontrare il gregge che ci è stato affidato e quella alla quale facciamo ritorno ogni sera”.

“La Parola è quel tetto sicuro sotto il quale troviamo riparo nelle tempeste della vita ed è quel luogo intimo in cui si riuniscono le nostre relazioni, memorie e sentimenti, così come le nostre ansie e le preoccupazioni pastorali, permettendoci di trovare in Cristo ristoro per la nostra anima e l'energia per affrontare i problemi e le sfide associati al nostro ministero”.

Il Cardinale salesiano Joseph Zen, di Hong Kong, ha parlato in un italiano perfetto di come i semi della Parola di Dio vengano gettati in un popolo che gode di una “cultura della saggezza”. Il porporato si è riferito all'armonia esistente tra le sei religioni del suo Paese, aggiungendo che i gruppi religiosi lavorano insieme non tanto per formalizzare il dialogo interreligioso, quanto per unirsi per preservare la preziosa eredità della saggezza cinese.

La Chiesa, ha affermato, “ha sempre trovato un alleato nella saggezza di Confucio”. Il Cardinale Zen ha offerto il suo consiglio all'uditorio internazionale: “Se siamo mossi dalla carità e siamo capaci di instillare nelle giovani generazioni le virtù cinesi di […] fedeltà, onestà, pudore, allora le aiuteremo a compiere un grande passo verso la santità”.

Quando queste virtù mancano nella vita del popolo cinese, ha aggiunto, c'è un preoccupante declino dei sacri valori della vita, del matrimonio e della famiglia.

Il Cardinale ha anche sottolineato l'ascesa di un'evidente corruzione, la messa a tacere della voce della coscienza e la volontà di fare qualsiasi cosa per ottenere un profitto. A questo proposito, ha portato l'esempio del recente scandalo della contaminazione del latte in Cina, che ha provocato la morte di quattro bambini e malattie in decine di migliaia di altri.

16 Ottobre 2008

 

La speranza dalla Parola

 

Maria Voce, presidente movimento dei Focolari, uditrice al Sinodo: 'Tocca a noi laici portare fuori dall'Aula del Sinodo la speranza che nasce qui dentro e che tante volte nel mondo non si trova'. I mass-media, in genere, non sono troppo generosi con il Sinodo, oppure sottolineano particolari insignificanti. Ascolta l'intervista rilasciata a Radio Vaticana (file mp3) 

La Parola deve essere “lievito delle culture moderne”

L'evangelizzazione ha bisogno di catechesi 

19 domande del Sinodo sulla Parola presentate dal Relatore generale, il Cardinale Marc Ouellet

In 19 domande, presentate nella serata di mercoledì, sono state riassunte le proposte emerse durante il Sinodo dei Vescovi del mondo sulla Parola di Dio.

1. Come far comprendere meglio ai nostri fedeli che la Parola Dio è Cristo, Verbo di Dio incarnato? Come approfondire la dimensione dialogale della Rivelazione nella teologia e pratica della Chiesa?

2. Che implicazioni derivano dal fatto che la celebrazione liturgica è la fonte e il culmine della Parola di Dio?

3. Come educare a un ascolto vivo della Parola di Dio, nella Chiesa, per tutte le persone e per tutti i livelli culturali?

4. Come formare nella Lectio divina?

5. Occorre elaborare un Compendio per aiutare gli omileti a servire meglio la Parola di Dio? (L'arte di predicare, ars predicandi).

6. E' possibile rivedere il Lezionario e modificare la selezione delle letture dell'Antico e del Nuovo Testamento?

7. Che luogo ha e che importanza deve essere attribuito al carattere ministeriale della Parola di Dio?

8. Come far comprendere meglio il legame intrinseco tra la Parola e l'Eucaristia?

9. Che mezzi si devono adottare per tradurre e diffondere la Bibbia fra il maggior numero possibile di culture, in particolare tra i poveri?

10. Come risanare le relazioni e stimolare la collaborazione tra esegeti, teologi e pastori?

11. Come approfondire il senso della Scrittura e la sua interpretazione nel rispetto e nell'equilibrio tra la lettera, lo Spirito, la tradizione vivente e il magistero della Chiesa?

12. Cosa pensare dell'idea di un Congresso mondiale della Parola di Dio promosso dal magistero della Chiesa?

13. Come sviluppare maggiormente la ricerca dell'unità dei cristiani e il dialogo con gli ebrei attorno alla Parola di Dio?

14. Cosa si intende per animazione biblica di tutta la pastorale?

15. Quali questioni meriterebbero una trattazione più dettagliata da parte del magistero della Chiesa? (inerranza, pneumatología, relazione ispirazione-Scrittura-Tradizione-Magistero).

16. Come conciliare la pratica del dialogo interreligioso e l'affermazione dogmatica su Cristo, unico mediatore?

17. Come coltivare la conoscenza della Parola di Dio attraverso altri mezzi rispetto al testo biblico? (arte, poesia, Internet, etc.).

18. Qual è la formazione filosofica necessaria per comprendere meglio e interpretare la Parola di Dio e le Sacre Scritture?

19. Quali criteri interpretativi della Parola di Dio assicurano una autentica inculturazione del messaggio evangelico?

 

 

15 Ottobre 2008

 

Interventi al Sinodo nella mattina del 15 ottobre

 

La Lectio Divina, un modo per conoscere il cuore di Dio

I laici siano annunciatori della Parola di Dio

 

Una donna cinese chiede al Papa di aprire un blog

Una delle uditrici del Sinodo proveniente dalla Cina, la signora Agnes Lam, presidente dell'Associazione Biblica Cattolica di Hong Kong, ha suggerito a Benedetto XVI di aprire un blog per spiegare la Parola di Dio in modo attraente.

Tra i suggerimenti per promuovere la Parola di Dio per far sì che la gente conosca Cristo, la rappresentante cinese ha esposto la sua proposta, suscitando sorrisi tra i Vescovi.

L'uditrice ha invitato il Santo Padre “ad aprire un blog in varie lingue per evangelizzare il mondo di oggi”. Come contenuti per questa pagina, ha proposto “un versetto della Scrittura con una riflessione semplice e un breve testo con belle immagini”.

 

 

14 Ottobre 2008

 

Interventi al Sinodo nel pomeriggio del 14 ottobre

 

Interventi al Sinodo nella mattina del 14 ottobre

 

Benedetto XVI ha preso la parola per proporre di superare il dualismo tra esegesi e teologia, che a volte porta a una lettura senza fede della Bibbia.

“Dovendo la sacra Scrittura esser letta e interpretata alla luce dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta – diceva il Concilio –, per ricavare con esattezza il senso dei sacri testi, si deve badare con non minore diligenza al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell'analogia della fede”.

Il Papa ha osservato che in generale gli esegeti tengono conto del primo criterio, l'unità di tutta la Scrittura, ma tralasciano il secondo, la Tradizione viva della Chiesa. Questa trascuratezza, secondo il Pontefice, ha delle conseguenze, ad esempio il fatto che la Bibbia diventi un libro del passato: “l'esegesi diventa storiografia”.

In base a questa visione, in Germania alcune correnti esegetiche negano l'istituzione dell'Eucaristia, e il corpo di Gesù sarebbe rimasto nella tomba. In questo modo, ha constatato, scompare la presenza del divino nello storico.

Questa interpretazione, ha proseguito, crea una distanza tra esegesi e lectio divina, e suscita perplessità al momento di preparare le omelia. Con questa visione, la Scrittura non può essere “l'anima della teologia”, e quest'ultima smette di essere interpretazione della Scrittura nella Chiesa.

Per la vita e la missione della Chiesa è del tutto necessario superare il dualismo tra esegesi e teologia, perché sono dimensioni di una stessa realtà.

 

 

Sei temi centrali del Sinodo ... Bilancio dopo la prima settimana

 

A proposito di analfabetismo biblico ...

 

 

Far scoprire la Bibbia ai giovani

Il Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B., è intervenuto per riflettere su come i giovani possano scoprire la Bibbia e si è fatto portavoce di Benedetto XVI per esprimere una profonda convinzione del Papa: “Nel Libro Sacro debitamente incontrato, la fede giovanile trova un orientamento indispensabile (bussola), avendo per altro attenta cura che l'incontro con la Bibbia diventi un incontro con Cristo”.

“Presa a sé stante, la Bibbia non riesce a suscitare agli occhi di un giovane, tanto più se nella prima adolescenza, una particolare attrazione ed affezione”.

“Si registra cioè una sostanziale indifferenza per una fede comunicata tramite la Sacra Scrittura, rispetto invece alla testimonianza di una persona credente, indifferenza che si accompagna ad un notevole tasso di ignoranza e soprattutto alla difficoltà di avvertirne il valore vitale”.

Citando lo studio “La religiosità in Italia” (Mondadori, Milano 1995) ha spiegato che tra quanti non hanno praticamente mai un contatto personale con la Bibbia (l'80% delle persone) il numero più elevato si riscontra nella fascia degli adolescenti, tra i 14 e i 19 anni. Solo il 13% ritiene che se “uno crede in Dio deve leggere e meditare la Bibbia o altri testi sacri”, mettendo tale lettura all'undicesimo posto su sedici item; il 7% poi realizza “il pregare leggendo, meditando la Bibbia o altri testi religiosi”, ha affermato citando lo studio.

“Tuttavia, si nota in tanti di questi ragazzi una sorprendente disponibilità verso la Bibbia quando la sintonia si raggiunge non tanto, almeno all'inizio, per l'autorevolezza di una pagina biblica detta Parola di Dio, ma per degli adulti che li accostano come educatori pazienti e testimoni credibili del personaggio più grande che è la figura di Gesù, di persone insomma che quando dicono Parola di Dio, la mostrano nella loro vita”.

“Se l'adulto, da educatore-amico, riesce a farsi aprire la porta del cuore del giovane, allora la Scrittura si propone come un dono che porta con sé tutte le qualità della Parola di Dio secondo la codificazione biblica, con una peculiare caratterizzazione a riguardo dell'anima giovanile”.

“Così il giovane crescerà ed apprezzerà il protagonismo dei giovani nella Bibbia e in specie nei Vangeli; metterà Gesù nel suo 'diario dell'anima' (abbiamo tanti esempi nei diari dei giovani); apprezzerà anche tutte le immagini sportive presenti nella Bibbia con originali applicazioni alla vita virtuosa".

Il porporato ha quindi ricordato un incontro del Papa con i giovani il 6 aprile 2006, che “stupì un po' tutti per la chiarezza ed insieme per la carica di convinzione sicura del Papa” nel presentare ai giovani la Parola. “Cari giovani, vi esorto ad acquistare dimestichezza con la Bibbia, a tenerla a portata di mano, perché sia per voi come una bussola che indica la strada da seguire”, ha detto il Vescovo di Roma in quell'occasione.

Da quel discorso del Papa, secondo il Cardinal Bertone, “dobbiamo imparare questi tre elementi: leggere in colloquio personale con il Signore; leggere accompagnati da maestri che hanno l'esperienza della fede, che sono entrati nella Sacra Scrittura; leggere nella grande compagnia della Chiesa, nella cui Liturgia questi avvenimenti diventano sempre di nuovo presenti, nella quale il Signore parla adesso con noi, così che man mano entriamo sempre più nella Sacra Scrittura, nella quale Dio parla realmente con noi, oggi”.

 

 

13 Ottobre 2008

 

Interventi al Sinodo del 13 ottobre

 

Presentare l'incontro con Cristo, propone un Vescovo africano

Un Vescovo africano ha proposto una soluzione al problema avvertito da tutti i partecipanti al Sinodo dei Vescovi sulla Parola: le omelie noiose o che disorientano i fedeli.

Nel suo intervento monsignor Joseph Aké, Vescovo di Yamoussoukro (Costa D'Avorio), ha sottolineato l'importanza di presentare nella predicazione l'incontro con Cristo.
"Nel corso dei nostri scambi, abbiamo dato uno sguardo critico alle nostre omelie che sono insipide, non fanno presa, non mantengono desti ...
Abbiamo suggerito corsi di formazione in omiletica e la redazione di un direttorio per le omelie. Vi abbiamo aggiunto una buona e solida formazione dei lettori".

"Ma credo che c'è un elemento fondamentale che non dobbiamo dimenticare né nascondere e che conviene ricordare. Tale elemento lo troviamo nell'incontro di Gesù con la Samaritana (Gn 4,1-42)".

Nel Vangelo è scritto che le persone portate dalla Samaritana a conoscere Gesù, rivolgendosi alla donna dissero: "Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo" (Gv 4, 42).

"Anche l'evangelista Matteo ci riferisce questo a proposito del Centurione in piedi davanti alla Croce", ha ricordato ancora il presule.

"Non possiamo non evocare l'esperienza folgorante e sconvolgente di Paolo sulla via di Damasco; incontro che egli ricorda tre volte nel libro degli Atti. Che cosa è successo esattamente nel cuore di quei samaritani, di questo Centurione e dei suoi compagni, di Paolo, l'Apostolo dei Gentili?", ha chiesto.

"Ecco, a mio umile avviso, il fine di tutte le nostre ricerche, i nostri scambi, le nostre condivisioni – ha proseguito –. Condurre i nostri fedeli e quanti si faranno colpire dalla nostra predicazione a fare questa esperienza personale e unica dell'incontro con Gesù".

"Occorrerebbe che arrivassero a ciò ... non perché abbia ascoltato l'omelia di tal Vescovo, di tale sacerdote carismatico, ma perché io stesso ho incontrato Gesù'", ha concluso.

 

 

 

11 Ottobre 2008

 

Interventi al Sinodo nella mattina dell'11 ottobre

 

 

10 Ottobre 2008

 

Interventi al Sinodo nel pomeriggio del 10 ottobre

 

Interventi al Sinodo nella mattina del 10 ottobre

 

 

MONS. PAGLIA, "OGNI FEDELE DEVE AVERE LA SUA BIBBIA PERSONALE"
"Non dovrebbe esserci nessuna messa senza la sua omelia": lo ha detto questa mattina durante i lavori del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio in corso in Vaticano, mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Federazione Biblica Cattolica. "L'omelia non è una catechesi, nemmeno una meditazione, nè una lezione di esegesi – ha continuato - ma rappresenta il momento nel quale dobbiamo lasciarci trafiggere il cuore dalla forza della Parola di Dio". Ha ricordato, a questo proposito, i tanti dibattiti sullo stile con il quale preparare le omelie, richiamando un libro di Carlo Bo dal significativo titolo "La predica, tormento dei fedeli". Mons. Paglia ha poi aggiunto che "non bisogna avere paura di consegnare la Bibbia ai fedeli. Ciascuno deve avere la sua Bibbia personale, per poterla consultare e meditare con continuità". A dimostrazione di ciò ha anticipato ai padri sinodali i risultati di una inchiesta internazionale sulla diffusione e conoscenza della Bibbia, che verrà presentata nei prossimi giorni, da cui emerge – ha sottolineato – "la grande stima che in tutti i Paesi le persone nutrono per la Bibbia. Essa va fatta conoscere maggiormente e dall'indagine è emerso che molti ritengono che la Sacra Scrittura vada insegnata nelle scuole con sistematicità".

 

 

9 Ottobre 2008

 

Interventi al Sinodo nel pomeriggio del 9 ottobre

 

Interventi al Sinodo nella mattina del 9 ottobre

 

 

I primi temi emersi al Sinodo dei Vescovi

 

Nei primi interventi letti tra lunedì e mercoledì di fronte alla XII Assemblea Ordinaria Generale del Sinodo dei Vescovi sono emersi già alcuni temi indicanti le priorità della Chiesa universale.

Per padre Thomas Rosica, il referente del Sinodo per i media di lingua inglese, una delle principali questioni è come affermare i contributi del metodo storico-critico preservando allo stesso tempo una lettura con gli occhi della fede della Bibbia. Un altro tema ricorrente è stato la scarsa qualità delle omelie, alla base spesso delle conversioni al protestantesimo evangelico. Un problema urgente questo sottolineato in particolare dal Vescovo Gerald Frederick Kicanas di Tucson in Arizona. Ha concluso in modo interrogativo dicendo:

 

"Immaginiamo per un attimo, cosa accadrebbe se ci fosse un anno intero dedicato alla predicazione? Se ci fosse un generale riaffidamento alla Parola di Dio vivente?"

 

E la sua presentazione è stato accolta veramente bene.

Sebbene ai partecipanti sia stato chiesto di non applaudire gli interventi, oltre al Vescovo Kicanas, anche il Vescovo di Imus, nelle Filippine, è stato accolto con favore.

 

Il Vescovo Luis Antonio Tagle delle Filippine, conosciuto in Canada per il suo eccezionale intervento al Congresso Eucaristico in Quebec, ha parlato dell'arte di ascoltare la Parola di Dio. "Dobbiamo essere una Chiesa che ascolta, un popolo che ascolta". Una presentazione toccante, semplice, chiara su come il popolo della Parola debba divenire il popolo che ascolta la Parola.

 

 

 

8 Ottobre 2008

 

Al Sinodo il cardinale Vithayathil parla della drammatica ondata di violenze

La Parola di Dio sostegno per i cristiani perseguitati in India

Rispetto e amore per il popolo ebraico

 

 

Interventi al Sinodo del pomeriggio dell'8 ottobre

 

 

 

 

7 Ottobre 2008

 

Sono cominciati stamattina gli interventi dei partecipanti, che proseguono nel pomeriggio e la giornata poi si chiude con un’ora di libera discussione. Stamattina inoltre una delegazione della Bible Society ha fatto omaggio al Papa della Bibbia poliglotta, unica nel suo genere, in cui i diversi testi sono presentati in colonne parallele, e presenta l'Antico Testamento in cinque lingue: ebraico/aramaico, greco, latino, inglese e spagnolo; ed il Nuovo testamento in quattro lingue: greco, latino, inglese e spagnolo. Per completare le 3200 pagine di questa edizione è stato necessario più di un anno e mezzo di lavoro da parte degli studiosi della American Bible Society. Anche tutti i partecipanti al Sinodo hanno ricevuto una copia di questa Bibbia.

 

 “Sarebbe opportuno che il Sinodo si interrogasse sulla pertinenza di un'eventuale enciclica sull'interpretazione della Scrittura nella Chiesa”. E' stata una delle idee proposte dal cardinale e arcivescovo di Québec, Marc Ouellet, relatore generale del Sinodo.

Anche se già esiste un documento della Commissione Biblica Internazionale sulla interpretazione delle Sacre Scritture, un documento del Papa avrebbe un'autorità e un impatto molto maggiore, ha osservato il porporato canadese.

In queste settimane di lavoro si vedrà se i padri sinodali si uniranno alla proposta del relatore generale.

Nel condividere le sue prime impressioni, il portavoce di lingua inglese al Sinodo, padre Thomas Rosica, presidente della televisione cattolica, Salt and Light, ha rivelato che non si tratta di un evento finalizzato solo a conoscere meglio le Sacre Scritture, ma anche ad avvicinare maggiormente a Cristo.

Non si tratta semplicemente di studiare la Parola di Dio ma anche di conoscere Cristo, che è nostro amico ed è la Parola vivente”.

 

Interventi al Sinodo del pomeriggio del 7 ottobre

 

Interventi al Sinodo della mattina del 7 ottobre

 

 

 

 

 

6 Ottobre 2008

 

Solo la Parola di Dio dà alla vita umana quella “solidità” che non è possibile rintracciare in nessun altro ambito: dalla carriera al denaro, come la recente crisi finanziaria mondiale sta a dimostrare. E’ uno dei pensieri che ha caratterizzato questa mattina la meditazione di Benedetto XVI sul Salmo 118, tenuta in apertura della prima Congregazione generale del Sinodo sulla Parola di Dio in Vaticano.

Essere “realista”, per un credente, vuol dire ribaltare il significato che normalmente si attribuisce a questa parola. Vuol dire scegliere di poggiare le basi della propria esistenza sulla Parola di Dio - forte della sicurezza che viene dallo Spirito Santo e per questo “stabile come e più del cielo” - oppure optare per le “sicurezze” temporali, destinate prima o poi a franare come la sabbia sotto le fondamenta della casa evocata da Gesù nel suo celebre Discorso della Montagna. Il salmo 118 ha offerto a Benedetto XVI questo spunto di riflessione in avvio dei lavori sinodali. Parlando della “roccia” degli insegnamenti della Bibbia, e del suo effimero contrario, il Papa ne ha spiegato il senso confrontandolo con uno degli scenari dalla più stretta cronaca internazionale:

 
"Sulla sabbia costruisce chi costruisce solo sulle cose visibili e tangibili, sul successo, sulla carriera, sui soldi. Apparentemente queste sono le vere realtà. Ma tutto questo un giorno passerà. Lo vediamo adesso nel crollo delle grandi banche: questi soldi scompaiono, sono niente. E così tutte queste cose, che sembrano la vera realtà sulla quale contare, sono realtà di secondo ordine. Chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia".

 
E’ invece la Parola di Dio, ha affermato...

"...la vera realtà sulla quale basare la propria vita. Ricordiamoci della parola di Gesù che continua questa parola del Salmo: 'Cieli e terra passeranno, la mia parola non passerà mai'. Umanamente parlando, la parola, la nostra parola umana, è quasi un niente nella realtà, un alito. Appena pronunciata, scompare. Sembra essere niente. Ma già la parola umana ha un forza incredibile. Sono le parole che creano poi la storia, sono le parole che danno forma ai pensieri, i pensieri dai quali viene la parola. È la parola che forma la storia, la realtà. Ancor più la Parola di Dio è il fondamento di tutto, è la vera realtà".

 
Dobbiamo cambiare il nostro concetto di realismo”, ha insistito Benedetto XVI. Per essere realisti, ha detto, dobbiamo “cambiare la nostra idea” che la materia e le cose solide, che si possono toccare “rappresentino la realtà più solida e più sicura”:

 
"Realista è chi riconosce nella Parola di Dio, in questa realtà apparentemente così debole, il fondamento di tutto. Realista è chi costruisce la sua vita su questo fondamento che rimane in permanenza".

 
Commentando poi altri versetti del Salmo, il Papa ha parlato anche del “rischio” che l’uomo, in quanto essere “finito”, limitato, non riesca a trovare nelle parole “la” Parola di Dio:

 
"Questo è un grande pericolo anche nella nostra lettura della Scrittura: ci fermiamo alle parole umane, parole del passato, storia del passato, e non scopriamo il presente nel passato, lo Spirito Santo che parla oggi a noi nelle parole del passato. Così non entriamo nel movimento interiore della Parola, che in parole umane nasconde e apre le parole divine. Perciò (...) dobbiamo essere in ricerca della Parola nelle parole. Quindi l'esegesi, la vera lettura della Sacra Scrittura, non è solamente un fenomeno letterario, non è soltanto la lettura di un testo (...) È muoversi verso la Parola di Dio nelle parole umane".

 
Essa, ha concluso Benedetto XVI, è “come una scala” per salire dalle parole umane alla Parola di Dio e per scendere nelle sue profondità. E anche la Storia della salvezza, ha osservato, “non è un piccolo accadimento che si iscrive in un povero pianeta nell’immensità dell’universo. Non è una realtà minima che per caso avvenne in un pianeta sperduto, ma è il movente di tutto e tutto è creato perché si realizzi la storia dell’incontro tra Dio e la sua creatura”. La Chiesa con il suo apostolato lavora incessantemente perché questo incontro avvenga in ogni tempo. E dunque, ha concluso il Papa:

"L'evangelizzazione, l'annuncio del Vangelo, la missione non sono una specie di colonialismo ecclesiale, con cui vogliamo inserire altri nel nostro gruppo. È uscire dai limiti delle singole culture nella universalità che collega tutti, unisce tutti, ci fa tutti fratelli. Preghiamo di nuovo affinché il Signore ci aiuti a entrare realmente nella 'larghezza' della sua Parola e così aprirci all'orizzonte universale dell'umanità, quello che ci unisce con tutte le diversità".