“Quando uno studente sarà in grado di tornare a capire gli affreschi che nelle nostre chiese “insegnavano” la Bibbia al popolo e i quadri che nei musei esprimono, mediante “segni” biblici, l’anima dei nostri grandi artisti; quando saprà riconoscere le allusioni bibliche presenti non solo nei nostri grandi scrittori, ma anche nel linguaggio comune (“il frutto proibito”, “lavarsene le mani”, “il bacio di Giuda”); quando scoprirà che moltissime componenti del messaggio biblico sono presenti anche nel Corano, a sottolineare la comune radice delle tre grandi religioni abramitiche; quando infine riuscirà a godere la parola di amore, anzi di eros del Cantico dei cantici, a condividere con tutto il coraggio necessario i dubbi del Qohelet, allora potremo dire di avere fatto un passo avanti nella trasmissione del sapere biblico, ovvero di una delle fonti principali della nostra cultura italiana ed europea, e nella capacità di comprensione di altre civiltà e altri universi religiosi”.
Iniziava così l’appello che BIBLIA, Associazione laica di cultura biblica, da alcuni anni rivolgeva al Ministero della Pubblica Istruzione italiana perché si introducesse lo studio dei Libri della Bibbia nella scuole italiane.
Ora finalmente, almeno a titolo sperimentale, la Bibbia entra in classe e diventa strumento di integrazione e reciproca conoscenza. Dopo il grande successo ottenuto a Roma e nel Lazio, è partito anche in Lombardia il progetto “Bibbia educational”, iniziativa della Fondazione Cor (Comunicazioni, opinioni e ricerche) e della Lux Vide, con il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione e il sostegno finanziario della Fondazione Cariplo.
In 120 scuole medie e superiori della regione sarà distribuito un cofanetto con 14 dvd e altrettanti cd rom, con le storie dei personaggi “paradigmatici” della Bibbia (Genesi, Abramo, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Davide, Salomone, Geremia, Ester, Sansone e Dalila, Gesù, Pietro, Paolo e l’Apocalisse).
Per ciascun personaggio, come ha spiegato l’ideatore del progetto Pasquale Troia, è stata preparata un’apposita scheda che, a partire dalla Sacra Scrittura, lo presenta anche con l’ausilio di spezzoni tratti dalle storie della Bibbia della Lux Vide: 21 film trasmessi in 120 Paesi del mondo. Inoltre, e qui sta il carattere interreligioso dell’iniziativa, per ogni personaggio sono stati selezionati i passi del Corano che lo riguardano.
«La Bibbia è in noi - ha detto il presidente della Fondazione Cor Carlo Fuscagni -, nella nostra cultura, nella nostra vita, ma sono pochissimi coloro che la leggono. Per i giovani, scoprire la Bibbia a scuola, insieme ai professori di tutte le materie, attraverso i linguaggi del nostro tempo, il cinema e il computer, rappresenta un’autentica rivoluzione, un’esperienza inaspettata che va oltre la religione, investe tutti i campi della conoscenza e si apre al confronto con le altre culture. La spinta a cercare se stessi e gli altri. Un’esperienza che dalla scuola coinvolge anche la famiglia».
Sulla valenza interculturale dell’iniziativa si è soffermato anche il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, ricordando il “Progetto intercultura” che la Fondazione ha attivato in 90 scuole lombarde (delle province di Milano, Brescia e Mantova, dove gli studenti stranieri superano il 10% del totale). «“Bibbia educational” - ha osservato Guzzetti - sarà senz'altro un importante strumento di integrazione culturale e religiosa: integrazione che, se non parte dalla scuola, difficilmente potrà realizzarsi». Un concetto ripreso anche da Annamaria Romagnolo, dell’Ufficio scolastico della Lombardia, che ha ricordato come «“Bibbia educational” riempie un vuoto nella scuola dove questo grande libro dovrebbe essere sicuramente più letto e conosciuto, non soltanto durante l’ora di religione».
I «tre parametri» di “Bibbia educational” sono stati ricordati da Joaquin Navarro-Valls, già direttore della Sala stampa vaticana, che ha voluto sottolineare come l’intero progetto si basi «sul libro più diffuso della storia». «Il secondo parametro - ha aggiunto Navarro-Valls - è di natura tecnologica e fa riferimento a quel patrimonio unico al mondo che è il fondo iconografico della Lux Vide. Infine, il terzo parametro è quello antropologico dell’identità personale che si costruisce e sviluppa a partire proprio dal confronto con altre culture e identità».
Come ha spiegato Osama Al Saghir, presidente dei giovani musulmani in Italia, “Bibbia educational”, per la sua visione interculturale, può risultare di grande fascino e dimostrare che lo scontro tra culture è follia». Un auspicio fatto proprio anche da Daniel Fishman, studioso della comunità ebraica: «La Bibbia è veramente un patrimonio dell'umanità e può essere molto utile per lavorare insieme». Tornando, per una volta, a «parlare di Dio», per colmare quello che la presidente della Lux Vide, Matilde Bernabei, ha definito un «vuoto culturale spaventoso».
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